«Newspapers don’t
have a demand problem;
they have a
business-model
problem». I giornali
non hanno un
problema di caduta
della domanda
di informazione,
bensì è il loro modello
di affarichenonfunziona:hasintetizzato
così lo stato dell’arte dell’informazioneEric
Schmidt,unodei boss di Google.Ovviamente
è il punto di vista di un manager
che opera in Rete, il medium ritenuto «responsabile
» della crisi dei giornali.
La crescita esponenziale della piattaforma
Internet quale strumento di informazione
globale costituisce infatti uno degli
aspetti più rilevanti del nuovo ecosistema
tecnologico e di mercato. La Rete rappresenta
cioè un mezzo sempre più utilizzato
per reperire informazioni, e lo stesso si
configura come una fonte di primaria importanza
per la ricerca di notizie inerenti
l’attualità nazionale, internazionale e locale,
e quindiai fini della tutela del pluralismo
informativo. Questa circostanza richiamaitemidella
qualità, valore, autorevolezza
e attendibilità dell’informazione
offerta, nonché il nodo delle modalità di
ricerca, utilizzo e rielaborazione dellefonti
inItaliadapartedeinuovi editori/aggregatori,
in relazione all’esercizio della professione
giornalistica nella sua funzione
classica di «tramite» tra la notizia e il pubblico.
In questo contesto, la valorizzazione
dell’informazionerisultaunosnodocruciale
per comprendere il futuro di Internet e
delle democrazie moderne.
Muta quindi la nozione di informazione
(e di qualità della stessa), a causa, ad esempio,
dell’aumentodelle fuzzy news e delle soft
news, ossia delle notizie leggere, e dell’uso
dei social media da parte dei professionisti
del settore (non solo giornalisti). Cambia il
ciclo di produzione delle notizie, e quindi
l’organizzazione delle redazioni, a causa
dell’approccio alle high-speed news, ossia
all’informazione veloce, e, più in generale,
dell’informazione digitale.
Cambiaancheil lessicostessodellacomunicazione,
enonsolodi quellagiornalistica,
maanchedi quella politica e commerciale).
I messaggi informativi e non solo, si pensi
allacomunicazionepubblicitaria, simodificano
in relazione, ad esempio, al modo in
cui ilcontenutoinformativoviene ordinato
da motori di ricerca e social network. In tal
senso, il cambiamento tecnologico in atto
modifica sostanzialmente la nozione di informazione,
rendendo la notizia un’entità
scomponibileinsegnalidigitali, quantificabile,
ed ordinabile.
L’avvento dell’informazione digitale ha
reso la notizia un bene che può essere facilmente
digitalizzato e riprodotto, consumato
in gruppo, spesso gratuitamente, svincolandolo
dal supporto fisico e rendendolo,
conciò, sempre più vicino adun«bene pubblico
»,essendosemprepiùdifficileescludere
i consumatori dal consumo gratuito dello
stesso, o ad un shared good, ossia un bene
che viene condiviso tra più consumatori. In
questo contesto, il concetto di reputazione,
e quindi la forza dei marchi, assume una rilevanza
centrale nel sistema informativo.
News da consumare
La tendenza è verso un aumento del numero
di soggetti presenti nell’informazione,
maconuna distribuzione assai sperequata:
da una parte, pochi grandi soggetti spesso
globali (aumento della concentrazione),
dall’altraparteunamiriadedipiccolioperatori
che raggiungono un pubblico di nicchia
(polverizzazione dell’offerta).
Indefinitiva,l’onlineintuttelesueconfigurazioni(
testate,socialnetwork, blog,motori
di ricerca) e per le sue caratteristiche di
immediatezza, copertura in tempo reale
della notizia e gratuità prevalente, si sta affermando
sia come mezzo di informazione
al pubblico sia come fonte di informazione
per gli altri media.
Da qui la necessità di comprenere come
avviene il consumo di informazione.
Secondo una recente ricerca di Audiweb,
prevalente è la figura del La maggiore frequenza
in tutti i Paesi considerati è quella
del daily briefer. Ad eccezione degli Stati
Uniti, tale quota supera il 50% dei rispondenti
in tutti i paesi rilevati. Interessante
notare che l’Italia e la Germania sono gli
unici paesi in cui i news lovers superano i casual users. Inparticolare,conil29%dei rispondenti,
l’Italia è il Paese con il numero
maggiore di news lovers, seguita dagli Stati
Uniti con il 26% e la Germania con il 24%,
mentre gli altri paesi si attestano sotto la
media.
Per quanto riguarda la classe dei daily
briefers, è possibile considerarla, in parte,
come una tipologia di «passaggio», ossia
come una categoria in evoluzione. In altri
termini, è plausibile supporre che a tale
gruppo appartengano sia possibili consumatorichein
futuro attribuiranno allenotizie
sempre meno interesse, passando
nella categoria dei casual users, sia consumatori
che, al contrario, mostreranno un
interesse sempre maggiore per l’informazione
fino a rientrare nei news lovers.
Analizzandoildatoindettaglioper l’Italia,
emergeche ad essere consumatori più
assidui di notizie sono gli uomini rispetto
alle donne. La differenza maggiore tra i
duegeneri, tuttavia, si riscontra nellaquota
di casual users; il22%delledonneintervistate
appartiene a tale categoria contro il
14% degli uomini. Per quanto riguarda
l’età, il dato più interessante che emerge è
cheil33%degli«under45»puòessereassegnato
alla categoria dei news lovers rispetto
al26%degli «over 45»; il57%di questi ultimiappartieneai
daily briefers,quasi10punti
percentuali in più rispetto agli «under
45».Igiovani,quindi,risultanoesserefruitori
di notizie più assidui; questo dato in
partepuòessereattribuitoancheallasempremaggiorefruizione
di news online,verso
lequalièpossibileriscontrareunacerta ritrosiadaparte
delle fasce di etàpiù adulte.
Social e motori di ricerca
L’individuazioneditipologiediconsumatorièrilevanteperchésottende
differentimodelli
di consumo, e quindi, potenzialmente
di business per gli editori; rappresentando
unasegmentazionefondamentalepercomprendere
le dinamiche del settore.
In Italia la ricerca di news online avviene
prevalentemente tramite l’uso dei motori
di ricerca, sia digitando una semplice
parola relativa alla notizia di interesse,
sia digitando una specifica pagina
web. Tale percorso di ricerca del contenuto
appare contraddistinguere tanto
gli uomini che le donne, tanto gli under
45 che gli over 45. Per quel che riguarda
le fasce di età, è interessante
notare che la maggioranza dei giovani
e degli adulti utilizza i motori di ricerca.
Al secondo posto per gli adulti c’è
l’accesso diretto ad uno specifico sito
internet che, nella maggioranza dei casi
è la versione online dell’informazione
tradizionale offline. I giovani, invece,
come secondo strumento per ricercare
le notizie prediligono i social media.
L’uso dei social media come mezzo di informazione
assume rilevanza almeno per
due motivi; in primo luogo, per la loro forte
penetrazione nella vita quotidiana, in secondo
luogo per la possibilità di condividere
e discutere in tempo reale dei contenuti.
È importante sottolineare che la fruizione
di informazione tramite social può essere
anche il frutto di un’esperienza occasionale,
nel senso che in considerazione della loro
caratteristica di contenitori, èmolto probabile
che si viene raggiunti da una notizia
mentre si è suunsocial network per fare altro.
In questo senso, il consumatore può
ignorarechièilverofornitoredell’informazione,
associando l’intera esperienza di navigazione
al social network stesso.
Un’ulteriore problematica riguarda i
confini del concetto di informazione sui social
media; si va infatti da notizie dipuro intrattenimento,
che per una quota molto rilevante
si tratta di notizie sulle celebrità,ad
informazionesportiva,anewssulmeteo,finoaquellepiùtradizionalilegatealla
politica
nazionale ed internazionale.
L’analisi dei dati Audiweb con focus
sull’informazioneonlinemostracomevi siano,
al lordo delle sovrapposizioni, circa 14
milionidi utenti unicichenelgiornomedio
accedono ad un sito d’informazione generandocomplessivamente67milionidipagine
viste. Questa la dimensione totale del
mercato teoricamente contendibile.
Aggregatori di pagine
Al di là delle aggregazioni e degli accordi
commerciali,Repubblica.it e Corriere.itpesano
assieme il 21% del totale degli utenti
unici e il 31% delle pagine viste. Le testate
chehannounacorrispondenteversionecartacea
nel loro insieme attirano 8.6 milioni
di utenti unici nel giorno medio; il 56% in
piu` rispetto a quelli all digital. Tra le testate
all digital sono state inserite convenzionalmenteancheleagenziestampa,
l’areanews
dei portali e le televisioni.
Complessivamente,allordodellesovrapposizioni,
le testate chenonhannouna corrispondente
versione cartacea attirano 5.5
milioni di utenti unici nel giornomedio.Alcune
delle testate solo digitali hanno volumi
di traffico che superano molte di quelle
chehannounacorrispondenteversionecartacea,
comenel caso di Fanpage, Blogo eNanopress,
adesempio.Dei1.2milionidiutentiunicidiTGCom24circa580milasonofrutto
di aggregazioni, lo stesso vale per «Il
Post» che ottiene 170mila utenti unici da
altridominiconiquali visonoaccordicommerciali.
La sezione news dei portali generalisti
attiraunamassadi persone relativamente
contenuta; sicuramente molto modesta
rispetto al totale del traffico su questi
portali. Tra le televisioni, se si esclude
TGCom24,ancheal netto delle aggregazioni
(che pesano circa il 40% del totale), sia
Rai che Sky fanno volumi di traffico che
certa- mente hanno ampissimi margini di
miglioramento.
Iperiodicinonhannoancoratrovatouna
dimensioneonline.Complessivamenteattirano,
al lordo delle duplicazioni, 1.3 milioni
di utenti unici al giorno . Se si esclude
Donna Moderna, dove pero` le aggregazioni
pesano oltre il 50% del totale, anche brand
comeSorrisi eCanzonihannovolumidi traffico
risicatissimi. Anche le due testate con
maggior connotazione informativa:
Espresso e Panorama raccolgonouninteresse
contenuto.
Nel complesso l’informazione online
attira circa 15 milioni di utenti unici nel
giorno medio. Numero che al netto delle
duplicazioni e` da rivedere drasticamente
al ribasso. Se dovessi dire la mia, pronto
ad essere smentito se del caso, stimerei gli
utenti unici giornalieri in circaunterzo:5
milioni di persone.