«Dedico questa edizione del Festival ad Abbas Kiarostami e Michael Cimino»: l’omaggio ai due grandi registi appena scomparsi, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, è da subito messo in evidenza dal direttore artistico Carlo Chatrian nella sua presentazione della sessantanovesima edizione del Festival di Locarno, che si terrà dal 3 al 13 agosto.
All’autore iraniano verrà anche dedicata una serie di proiezioni frutto del laboratorio di cinema da lui tenuto all’Havana International School of Film and Television: sette cortometraggi dei suoi allievi che, spiega Chatrian, «dialogano con l’ultimo lavoro realizzato dal grande regista », di cui verrà riproposto anche il film vincitore del Pardo di bronzo a Locarno nel 1989, Dov’è la casa del mio amico?

Ad aprire il Festival sarà invece un film selezionato per le proiezioni in Piazza grande: The Girl with all the Gifts di Colm McCarthy, thriller post-apocalittico con Glenn Close in cui l’umanità è stata decimata da un fungo che trasforma in zombi e che, dice ancora il direttore artistico, «dietro le apparenze di un film di genere riscopre nell’incontro con il diverso la scintilla che rende possibile un nuovo orizzonte».
Il concorso internazionale sarà composto quest’anno di diciassette film in anteprima mondiale, tra cui Scarred Hearts di Radu Jude, il regista rumeno vincitore a Berlino 2015 dell’Orso d’argento come miglior regista con il suo Aferim! Con Scarred Hearts Jude realizza un altro film in costume, tratto dall’omonimo romanzo di Max Blecher e ambientato in un sanatorio della Romania degli anni Trenta dove il protagonista è ricoverato a causa di una tubercolosi ossea.

Nella selezione del concorso c’è anche il nuovo lavoro dell’egiziano Yousry Nasrallah, Brooks, Meadows and Lovely Faces, e O ornitologo di João Pedro Rodrigues, che torna a Locarno a quattro anni di distanza dal suo A ultima vez que vi Macau.
In competizione verranno proiettati anche i film di autori che hanno esordito proprio al Festival svizzero: Bangkok Nites del giapponese Katsuya Tomita e La idea de un lago della regista argentina Milagros Mumenthaler.

Ad assegnare il Pardo d’oro quest’anno sarà la giuria presieduta dal regista messicano Arturo Ripstein, affiancato da altri due registi – Wang Bing e Rafi Pitts – l’attrice Kate Moran e il produttore brasilianoRodrigo Teixeira.
È Dario Argento che presiederà invece la giuria del Concorso cineasti del presente, composto da quindici titoli: «abbiamo scelto film che raccontano il presente in tutte le sue sfaccettature», osserva Chatrian. Tra questi il documentario opera prima di Michele Pennetta – che a Locarno aveva già presentato il suo mediometraggio A ’iucata nel 2013 – Pescatori di corpi, che segue l’equipaggio del peschereccio Alba Angela.
La retrospettiva della sessantanovesima edizione «dà voce – dice Chatrian – a una pagina non troppo nota della storia del cinema»: il cinema tedesco del secondo dopoguerra, «mix unico di opere popolari e sperimentazione».

La sezione Pardi di domani raccoglie poi quaranta cortometraggi divisi in un concorso nazionale e uno internazionale, di cui il vincitore sarà selezionato dalla giuria presieduta da Edgar Reitz.
Il Pardo d’onore sarà invece consegnato al regista, poeta e artista cileno Alejandro Jodorowski, di cui in Piazza grande verrà proiettato anche l’ultimo film presentato all’ultimo Festival di Cannes, Poesia sin fin.
All’attore americano Bill Pullman andrà l’Excellence Award, e verrà dedicato un omaggio anche al grande regista e produttore Roger Corman, «senza il quale non sarebbe potuta esistere la Nuova Hollywood».