Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti nazionale, il carrello della spesa è più caro, la deflazione ha effetti devastanti nelle campagne. Cosa succede?

È l’effetto della globalizzazione dei mercati che portano spesso l’industria ad approvvigionarsi all’estero con prodotti che costano meno e di scarsa qualità per passarli per made in Italy. Abbiamo alcune situazione di non autosufficienza dal punto di vista della materia prima e oggettivamente non ne abbiamo abbastanza. In altre situazioni, invece, il raccolto è fatto per far crollare il prezzo delle borse merci.

Cosa si rischia?

Possiamo perdere sia il granaio italiano che la produzione di latte. Le quotazioni del grano duro sono crollate del 42%, il prezzo del latte è calato del 23%. Oggi gli agricoltori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane. Le produzioni di latte e carne subiscono la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni selvagge che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati come made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta. A rischio è anche il sistema produttivo sostenibile che garantisce reddito e lavoro a centinaia di migliaia di famiglie e difende il territorio dal degrado e dalla desertificazione.

Che cosa proponete?

Evidenziare i prodotti con un’etichettatura per distinguere il made in Italy e valorizzare la nostra capacità di produrre. Stiamo anche lavorando sulla programmazione e sui contratti di filiera. Pensiamo che gli accordi con i trasformatori permettano di programmare la varietà, la quantità e la tempistica delle produzioni con prezzi remunerativi per i produttori agricoli. Visto che l’industria ha bisogno di qualità, allora facciamo contratti che fissino i parametri e tabelle per remunerare questa qualità. Oggi abbiamo un sistema di etichettatura sui prodotti trasformati che non ci permette di conoscere la provenienza della materia prima.

Crescono le esportazioni dei prodotti agro-alimentari (+8,1% a giugno). Come si spiega questo fenomeno?

Esportiamo prodotti agroalimentari intesi come prodotti trasformati: sono le nostre eccellenze. Questa crescita indica che le esportazioni sono appetibili per i consumatori stranieri. Una chiara indicazione sull’origine in etichetta può attestare un legame con il territorio ed è quello che cercano. Spesso invece si rischia di ingannarli perché lo trovano solo in alcuni prodotti e non in altri.