Performer situazionista, rapper dall’attitudine punk e diva pop, l’icona «mascherata» della scena milanese M¥SS KETA è tornata con un nuovo caledoscopico album da titolo Club Topperia. 16 tracce fra rap, synth anni 80, elettronica da discoteca e, a sorpresa, anche un pizzico di melodia italiana. Come nel singolo, Finimondo, che lancia il disco e che campiona il ritornello della leggendaria Il capello di Edoardo Vianello. Se l’EP precedente (Il cielo non è un limite) era un concept album sull’aria che flirtava con l’inorganico e le iconiche compilation Hit Mania Dance anni 90, Club Topperia si sposta nella cultura della notte, del ballo e del voguing.

«E’ UN CLUB che riunisce tutte le idee e gli archetipi “myssketiani”» ci ha raccontato M¥SS «Un luogo per me fuori dal tempo e dallo spazio che prende il meglio degli anni ’80, ’90 e 2000. Ho voluto immaginarmi l’album come se fosse una nottata, da quando entri in disco fino a quando esci all’alba. La gran parte delle canzoni le ho composte quando i club erano ancora chiusi, quindi è stato inevitabile farlo diventare un luogo dell’anima». Una delle caratteristiche fondamentali di M¥SS è sempre stata una vocalità estrema, molto recitata e assolutamente performativa. Senza dimenticare la sensualità. Nel nuovo disco però ama flirtare anche con la melodia italiana, come dimostra anche la scelta del sample di Vianello ma dove nasce questa nuova voglia di esplorare nuovi territori? «Ho sempre bisogno di sfidare me stessa. Mi sembrava giusto anche confrontarmi con il lato più tradizionale e melodico della canzone italiana. Ho capito che mi suscita suggestioni diverse rispetto al rap. E la melodia ti porta anche verso altri territori mentali e di conseguenza altri concetti».

Una delle caratteristiche fondamentali dell’artista è sempre stata una vocalità estrema, molto recitata e assolutamente performativa. Senza dimenticare la sensualità

NELL’ALBUM anche un marea di featuring: dalla pornostar Malena ai Post Nebbia fino a Silvia Calderoni e Isabella Santacroce «Da quando ho visto La leggenda di Kaspar Hauser, il film di Davide Manuli, mi sono innamorata del modo di performare Silvia. Io uso la voce e la musica, lei usa il corpo come strumento e mi trasmette un senso di purezza assoluta. Per questo l’ho chiamata per il featuring in Skid – La stanza dell’arte. Per quanto riguarda Isabella invece, è un amore che non ha bisogni di spiegazioni. Ho voluto la sua voce per un momento intimista nell’ultimo brano Outro, immaginandola declamare una poesia struggente all’alba fuori dalla discoteca».