Ai margini del Treptower Park, su una piccola isola della Sprea, ogni lunedí fa tappa il Mobile Kino ideato da Fernando Huerta e Joshua James Alas. Sullo schermo le immagini di documentari o di film indipendenti, per sedersi si sceglie tra l’erba o la sdraio. Gli organizzatori del cinema ambulante forniscono un portacenere usa e getta e non avere una birra tra i piedi sarebbe una piccola bestemmia.
L´entrata costa meno di un cinema tradizionale che anche a Berlino difficilmente scende sotto i 7.50: il biglietto del Mobile Kino si ferma a cinque. Martedì e mercoledì il proiettore digitale a bordo di una tipica Christiania Bike, chiamata affettuosamente Jacqueline, continua a vagare per i quartieri berlinesi, arriva a Friedrichshain, a ridosso del Warschauer Brücke, nel cortile dell’Urban Spree (già nell’agenda cittadina delle riqualificazioni urbane prossime a venire), attrezzato con panche e tavoli e con un hangar di fronte nel caso di pioggia. Da lí Jacqueline pedala fino al piccolo club Griessmühle sulla Sonnenallee. Ora il Mobile Kino utilizza tre schermi per differenti spazi (1x6m, 1x4m, 1x3m), a disposizione ci sono almeno tre proiettori e non c’è un supporto che non sia digitale, a volte si utilizzano i computer portatili e la selva di cavi e adattatori è facilmente immaginabile, tuttavia resta contenuta. Eppure non sono poi così lontani i tempi in cui si era più rudimentali, dove il sound system era fornito da amici e come schermo lo spettatore si trovava di fronte a un telo acquistato al mercato turco. Come siamo arrivati fin qui?
«Tutto è iniziato assieme al mio collega Josh circa cinque anni fa» – racconta uno dei co fondatori, Fernando Huerta – Lui aveva un film club e proiettava film nei parchi per gli amici e conosceva anche il proprietario del Naherhollung Sternchen Club che d’inverno Josh utilizzava per le proiezioni. Io l’ho conosciuto in questa circostanza, mentre lavoravo al Babylon Kino di Mitte. Il progetto mi piacque molto e gli proposi di dargli un respiro piú commerciale, visto che sempre più persone partecipavano alle proiezioni. Abbiamo unito le forze e con la mia esperienza professionale di dieci anni nel cinema e il suo lavoro abbiamo fondato il Mobile Kino. Questo è successo l’anno scorso, per cui attualmente siamo al secondo anno di vita del progetto. Siamo stati fortunati, alla gente piace il Mobile Kino, ci seguono in tanti, abbiamo dei volontari che ci chiedono di essere coinvolti, e non di rado organizziamo delle proiezioni-evento o dei film festival nostri come la settimana del cinema femminista».
Non c’è nulla di piratesco o di illegale: diritti e tasse associative sono regolarmente pagate e per qualche malizioso forse ciò è anche un segnale dell’aria che è cambiata da tempo.
I  film Fernando e Joshua li selezionano come un qualsiasi altro cinema «normale»: tramite un distributore tedesco o con i produttori se questi non ne hanno uno. Si proiettano in lingua originale (prevalentemente inglese) mentre per le altre ci sono i sottotitoli – sempre in inglese. Come tra vecchi amici si ritrovano autori giá visti, tra cui Rachel Grady e Heidi Hewing con Detropia, ritratto malinconico di Detroit. Si scopre la regista Cheryl Dunn, una fotografa di New York che in Everybody Streets (2013) racconta la città attraverso gli scatti di fotografi di strada. Ci sono poi storie legate alla memoria di Berlino come quella di Norbert Witte, gestore del celebre parco di divertimenti Spreepark aperto negli anni Sessanta, le cui avventure, tra bancarotta e traffico internazionale di cocaina nascosta nei vagoni del trenino, sono immortalate in Achterbahn di Peter Dörfler.