«Renzi forse pensa che Napoli sia il Granducato di Toscana». E ancora: «Vuole strangolare le nostre comunità. Sta facendo un po’ quello che la Troika e i potentati europei hanno fatto con il popolo greco». Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris ieri era in versione barricadera. Motivo di tanta furia il commissario per Bagnoli, minaccia che aleggia dal varo dello Sblocca Italia. Il premier aveva assicurato che venerdì 17 sarebbe arrivata la nomina; promessa mancata. Sabato Il Mattino (editore Caltagirone, proprietario a Bagnoli della Cementir) ha annunciato che il prescelto dovrebbe essere Salvo Nastasi. Eppure la firma non è ancora arrivata.
L’interessato non commenta, il governatore Vincenzo De Luca (che pure dovrebbe essere sentito in base allo Sblocca Italia) neppure. Se fosse confermato, sarebbe una nomina in linea con il clima di cordialità già in corso con Denis Verdini. Nastasi è attualmente direttore generale Spettacoli dal vivo del Mibact. È entrato al ministero grazie a Giuliano Urbani come direttore esterno e lì è rimasto, nonostante la girandola di ministri di destra e sinistra. Vanta l’amicizia di Gianni Letta che gli ha fatto da testimone al matrimonio con Giulia Minoli, figlia di Giovanni Minoli e Matilde Bernabei.

Ma Nastasi è anche in confidenza con Luigi Bisignani, il faccendiere tornato in auge in epoca berlusconiana, che nel 2011 ha patteggiato un anno e sette mesi al termine dell’inchiesta cosiddetta P4. Ai magistrati di Napoli, Bisignani elencò i politici con cui aveva rapporti assidui, tra cui Daniela Santanché, Lorenzo Cesa, Raffaele Fitto, Salvatore Nastasi, Alfonso Papa, Denis Verdini, Michaela Biancofiore, Clemente Mastella. In una intercettazione allegata al fascicolo della P4 si legge: «Ho un messaggio da parte del dottor Nastasi: chiedeva al dottor Bisignani di poter avere diciamo la sua autorizzazione per fissare un appuntamento col dottor Geronzi», prova secondo i magistrati di una deferenza verso il faccendiere.
Ma casa Nastasi è frequentata anche dall’attuale sindaco di Firenze, Dario Nardella, nel cerchio degli intimi di Renzi. Così la voce di un suo approdo a palazzo Chigi era già girata l’anno scorso. Un curriculum lungo sette pagine, Nastasi spunta periodicamente nelle cronache giudiziarie, anche se ne esce sempre immacolato. Per esempio, è finito sui giornali per la cricca degli appalti che ruotava intorno alla Protezione civile di Guido Bertolaso, fino a ipotizzare una cricca specifica, la Beni culturali Spa, che avrebbe egemonizzato il mercato del settore grazie ai commissariamenti. Nastati è tra i più attivi commissari (al Petruzzelli di Bari, al San Carlo di Napoli, al Maggio fiorentino), dove ruotano sempre le stesse imprese.
E poi i magistrati notano una stranezza, una parte dei fondi per la ricostruzione de L’Aquila è finita all’iniziativa Campi Sonori: patrocinata dalla Protezione civile assieme a Rai educational, è affidata a Co2-The crisis opportunity, una onlus specializzata in comunicazione sociale tra i cui soci c’è Giulia Minoli. La Co2 conquista anche appalti a Pompei, gestione Protezione civile targata Marcello Fiori. Nel sito si ripetono i crolli e la onlus si vede affidare un appalto da 185mila euro per il progetto PompeiViva.

Non solo, Nastasi ha in cura gli affari del San Carlo – tanto da imporre due volte Rosanna Purchia come soprintendente al termine di due commissariamenti – e nel frattempo Giulia Minoli viene inserita nell’organigramma del MeMus, il museo del lirico partenopeo. Poltrona che non dura perché la magistratura inizia a indagare sulla triangolazione Fiori, Pompei, San Carlo che arriva fino al Mibac e a Nastasi: Al Teatro grande (rovinato dai restauri effettuati durante il commissariamento) il lirico partenopeo farà degli spettacoli (pagati dalla struttura commissariale). Il 31 marzo 2010 al Mibac c’è una riunione: dalle parole di Fiori si capisce che la decisione è già stata presa nonostante «i problemi di compatibilità tra l’evento e le esigenze di tutela e salvaguardia del monumento». Nastasi propone di nominare una commissione di esperti ma, come spiegano i magistrati di Torre Annunziata, serve solo a lasciare agli atti una traccia, la commissione rimane lettera morta. Nastasi, insomma, risolve i problemi.