Nelle università americane sta iniziando la stagione delle lauree, e i college si stanno preparando a fronteggiare le proteste aumentando la sicurezza nei campus. Dopo gli sgomberi la New York University, che non ha un campus come la Columbia, ma diversi edifici nel Greenwich Village, ha transennato e messo guardie intorno ai palazzi di sua proprietà, e intorno alla sede dove era stato eretto l’accampamento studentesco, oltre alle transenne ha costruito anche un muro di compensato, con un paio di entrate presidiate da guardie private e polizia.

CI SONO TRANSENNE anche intorno alla Fordham University, al Fashion Institute of Technology e di fronte ai palazzi della super liberal New School, con la sede principale difesa da un cordone di polizia, di fronte al quale, dopo lo sgombero, si è svolta una protesta di 9 ore.
Oltre a cortei e sit in, a Washington Square Park, la piazza principale del Greenwich Village, a metà strada fra la Nyu e la New School, un gruppo di attivisti ebrei ha celebrato lo Shabbat sotto l’arco posto all’ingresso del parco. La piazza che solitamente è rumorosissima, con musicisti, persone che ballano, bancarelle di ogni tipo, era insolitamente silenziosa. Molti ragazzi indossavano una kippah con scritto Free Palestine, delle magliette Jews for Palestine, e un gruppo di ragazze con collane di simboli ebraici e la kefiah avvolta attorno la testa sventolavano la bandiera palestinese. Alla fine della cerimonia i manifestanti hanno cantato in coro uno degli inni del sindacato Usa, Solidarity Forever.

Anche se le manifestazioni, incluse quelle in occasione degli eventi di laurea, finora sono state pacifiche, la polizia continua a rispondere con arresti: secondo un conteggio effettuato dal Washington Post, nelle ultime due settimane nei campus di tutto il paese sono state arrestate più di 2.300 persone.

LA POLIZIA di New York ha risposto alle critiche rivendicando il modo in cui ha condotto gli sgomberi di Columbia e Cuny, divulgando un video di propaganda montato con il sottofondo di una musica incalzante. Nel video si vedono i vertici della Nypd pianificare gli sgomberi con un approccio militare, e poi mettere in atto il piano. L’effetto finale è stridente, con la musica e il montaggio appropriati per illustrare una delicata operazione di blitz in un covo dove si nasconde un nucleo di guerriglia combattente armata, mentre le immagini mostrano i corridoi vuoti della Columbia, le aule deserte con delle sedie ammassate contro le porte e delle coperte per terra dove erano accampati gli studenti. Nelle scene girate alla Cuny si vedono delle tende nel campus sullo sfondo, mentre un poliziotto afferma che «A New York non tolleriamo tutto questo scempio».

MOLTO DIVERSO l’approccio del capo della polizia di Denver Ron Thomas, che ha dichiarato di aver rifiutato la richiesta dei funzionari del campus di allontanare per la seconda volta i manifestanti dall’Auraria Higher Education Center, sede dell’Università della Colorado Denver, del Community College di Denver e della Metropolitan State University di Denver.
La settimana scorsa gli agenti avevano arrestato circa 40 manifestanti. «Anche se penso che la scuola preferirebbe che il gruppo di studenti lasciasse l’area, semplicemente non penso che esista un modo legale per farlo», ha detto Thomas, e un portavoce del dipartimento di polizia ha dichiarato: «Crediamo di poter sia mantenere il campus sicuro che organizzare una protesta pacifica».
A schierarsi con gli studenti è anche il senatore socialista Bernie Sanders, che su X ha scritto: «Nel 1962 organizzammo sit-in per porre fine alle politiche razziste all’Università di Chicago. Nel ’63 fui arrestato mentre protestavo contro la segregazione scolastica. Ma avevamo ragione. Sono orgoglioso di vedere gli studenti protestare contro la guerra a Gaza. Rimanete tranquilli e concentrati. Siete dalla parte giusta della storia».

INTERVISTATO dalla Cnn Sanders ha risposto alla domanda che si fanno in molti, sul peso di queste proteste su la rielezione di Biden. Ha rispostoc on un paragone con le proteste degli anni ’60: «Ripenso al passato e questo potrebbe essere il Vietnam di Biden». «Spero vivamente che, da un punto di vista politico e morale il presidente smetta di dare assegni in bianco a Netanyahu, e che capisca che, da un punto di vista politico, questo non è stato utile».