Abbiamo parlato della strage nel Canale di Sicilia con Erri De Luca, autore di «Solo andata», raccolta di poesie sul protagonismo e sull’umanità dei profughi che tentano di traversare il Mediterraneo.

Qual è la sua reazione alla notizia così triste di centinaia di morti nel Mediterraneo?

Bisogna arrendersi all’evidenza che i flussi migratori non sono regolabili. Non si possono mettere mutande di sicurezza all’Europa. Non ci sono riusciti gli Stati uniti con il Messico nonostante si trattasse di un confine di terra più controllabile del nostro. Il risultato è che gli anglosassoni non sono più la maggioranza negli Stati uniti. E questo non ha fatto che bene agli Usa che prosperano; il presidente Obama ha regolarizzato milioni di migranti.

Anche l’Italia dovrebbe imparare ad accogliere i migranti anziché tentare di respingerli con leggi restrittive che alimentano l’immigrazione clandestina?

I flussi non possono essere regolati. I migranti sono un’energia potentissima per il paese che li accoglie. Ma bisogna fare un passo in più. Il Mediterraneo è dilaniato da guerre nella sponda Sud. Il movente che spinge il profugo a migrare è più forte dei viaggiatori che lo hanno preceduto.
Chi ha la casa in fiamme accetta di buttarsi nel vuoto. È come se si buttassero dalle finestre in mare. Uno dei superstiti ha dichiarato ieri che quando è arrivato sul bordo del mare e ha visto il relitto che lo avrebbe trasportato non ha avuto altra scelta che montare a bordo. Questo è un fenomeno rispetto al quale nessun ostacolo sarebbe sufficiente.

Eppure si invocano blocchi navali e attacchi aerei mirati…

Chi invoca le reazioni peggiori, tra cui molti politici che sono stati al potere in questi anni, le ha già provate tutte dai respingimenti in mare ai divieti per i pescatori di salvare i profughi. Ma non capiscono che neanche la pena di morte sarebbe un deterrente sufficiente…? L’accoglienza non è un atto di bontà ma ha un tornaconto economico.

I veri eroi di queste ore sono forse gli abitanti di Lampedusa?

Lo scoglio di Punta Sottile non è il Sud di niente: è la capitale del Mediterraneo. Vedendo questi viaggiatori in estrema urgenza, gli abitanti di Lampedusa praticano tutte e sette le opere di misericordia dal vestire gli ignudi a dare sepoltura ai morti. Lampedusa è il nostro ambasciatore nel Mediterraneo. Loro sono la nostra guida nell’azione. Tanto che il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, dovrebbe essere nominata Commissario europeo per l’immigrazione.

Ogni profugo ha poi la sua storia straziante alle spalle…

In Libia i politici italiani hanno tentato di differire le partenze, di distribuire i flussi migratori costringendo i migranti nelle peggiori condizioni. Sono poi migliaia i profughi siriani che non possono certo essere assorbiti dalla sola Turchia…L’unica misura possibile è stabilire diritti di asilo nei posti più vicini ai loro bisogni, senza far ingrassare i trafficanti di corpi umani: una delle merci più redditizie da trafficare. Sarebbe utile creare centri di smistamento nei luoghi più vicini a loro per la prima accoglienza. Intendiamoci bene, per motivi umanitari non campi di quarantena.

In che senso i profughi sono merce redditizia?

Grazie al proibizionismo (Bossi-Fini, ecc. ndr), viaggiavano meglio gli schiavi afro-americani perché venivano pagati alla consegna. I corpi umani di adesso sono pagati alla partenza e non importa se vengono consegnati.

La fine di Mare Nostrum ha aumentato le vittime dei naufragi?

Mare Nostrum era l’unica politica ragionevole. Triton è insufficiente. Bisogna poi sospendere il Trattato di Dublino secondo il quale chi viene riconosciuto nel paese di approdo deve rimanere lì. Le autorità vengono costrette spesso ad aggirarlo non identificando il profugo. Nell’assenza di Mare Nostrum sono nate tante iniziative private, come Moas, per il pattugliamento delle coste maltesi e libiche. Il magnate Christopher Catrambone vi ha preso parte e con il suo yacht ha salvato da solo oltre 3 mila migranti.

Cosa dovrebbe fare invece l’Unione europea?

L’Europa assorbe una grande quota di migranti. Il fronte principale di ingresso non è il mare ma le frontiere di terra. E così per fermarli ora cercano di costruire un muro tra Bulgaria e Turchia di 160 km. L’Europa dovrebbe delegare all’Italia compiti come Mare Nostrum a fronte dei giusti investimenti per gestire il flusso straordinario di profughi.