Decine di agenti della polizia di New York hanno fatto irruzione nel campus della Columbia University, arrestando più di 100 studenti che manifestavano a favore di Gaza chiedendo all’università di disinvestire da aziende e interessi che sostengono Israele. Secondo un avvocato della National Lawyers Guild, associazione progressista di supporto legale gratuito, tra gli arrestati ci sono anche due loro osservatori.

Gli studenti avevano improvvisato un accampamento con una cinquantina di tende, dove dormivano per portare avanti la protesta in modo da renderla visibile e continua. La rettrice della Columbia, Nemat Minouche Shafik, nei giorni precedenti era stata accusata dal Gop di non fare abbastanza contro «l’antisemitismo» nei college. La rettrice ha agito e, dicendosi «molto preoccupata per la sicurezza» ha autorizzato il dipartimento di New York allo sgombero. Secondo la sua versione gli studenti hanno violato le regole e le politiche della scuola circa le manifestazioni non autorizzate e non sono stati disposti a dialogare con gli amministratori dell’ateneo.

LA POSIZIONE DELLA RETTRICE ha trovato una facile sponda nell’amministrazione del sindaco Eric Adams, che risolve spesso le situazioni più delicate usando il dipartimento di polizia, e che ha applaudito all’operato delle forze dell’ordine. E la Columbia ha detto di aver iniziato a sospendere gli studenti partecipanti all’accampamento, considerato una protesta non autorizzata.

In una lettera inviata alla polizia di New York e pubblicata sul sito web di pubblica sicurezza dell’università, Shafik ha scritto che «l’accampamento e i relativi disagi rappresentano un pericolo chiaro e attuale per il funzionamento sostanziale dell’Università» e che tutti gli studenti che hanno partecipato alla manifestazione sono stati informati di essere stati sospesi.

LA REPRESSIONE della manifestazione studentesca è arrivata il giorno dopo la testimonianza di Shafik davanti ai membri del Congresso sugli sforzi per sradicare l’antisemitismo nel campus, e questo improvviso pugno di ferro sembra una diretta conseguenza delle critiche repubblicane nei confronti della rettrice.

La vicenda si è sviluppata come un tuffo nel passato. Era dal 1968 che la Columbia non vedeva uno sgombero di questo tipo, dalle manifestazioni contro la guerra nel Vietnam. Anche quella volta era fine aprile, gli studenti avevano occupato alcuni edifici e la polizia era intervenuta per sgomberarli. Questo però non portò a nulla, se il fine era fermare il movimento. Gli studenti coinvolti nelle proteste continuarono ad essere attivi, si formarono comuni e nuove organizzazioni sociali urbane. Una fazione della Columbia Students for a Democratic Society, influenzata dall’alleanza con il Black Panther Party, diede vita al gruppo di estrema sinistra Weatherman, che aveva l’obiettivo politico esplicito di creare un partito rivoluzionario per rovesciare il governo degli Stati Uniti, e abbattere l’imperialismo. Tutto questo sembra non aver insegnato molto, se l’obiettivo era quello di calmare le acque.

Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib hanno definito la repressione «spaventosa» e dichiarato che fra gli arrestati c’è anche la figlia della loro collega progressista Illan Omar.

AI GIORNALISTI è stato impedito di entrare per coprire gli avvenimenti, e quando gli agenti hanno iniziato ad arrestare gli studenti, centinaia di persone sono accorse per dare solidarietà ai manifestanti e scandire «vergogna» e «lasciateli andare» nei confronti della polizia. «Possono minacciarci quanto vogliono – ha detto Maryam Alwan, una delle organizzatrici della protesta – ma questo porterà soltanto a ulteriori mobilitazioni»

Le proteste davanti l’università sono durate tutta la notte, in tutto il ricco e intellettuale quartiere dell’Upper West Side continuano a volteggiare elicotteri, e gli arresti alla Columbia sono arrivati sulla prima pagina del New York Times.