Un autore, scriveva Pier Paolo Pasolini in un saggio del 1967, «è sempre una contestazione vivente. Appena apre bocca, contesta qualcosa, al conformismo, a ciò che è ufficiale, a ciò che è statale, nazionale, a ciò che va bene per tutti». A quarant’anni dalla sua morte, anche Pasolini è diventato una sorta di monumento nazionale, sebbene l’Italia sia ancora – per utilizzare una delle sue più celebri sineciosi – quel paese stupendo e misero contro il quale aveva scagliato la sua protesta fisica e vivente. L’eterodossia contestataria pasoliniana, infatti, sembra ormai assorbita dal sistema che intendeva scalfire, tanto che la...
Alias Domenica
Pasolini al Mambo, dalla voce di Longhi a «nun esiste la fine»
La mostra al Museo d'Arte Moderna di Bologna. L’allestimento della mostra è in forma di cattedrale (quella del «Decameron»): scorrono, fra proiezioni e documenti al vivo, miti e figure di un’opera aperta, frammentaria, sul punto di crollare