La città che si candida a capitale della cultura – e nel mentre non offre un solo immobile per l’accoglienza dei richiedenti asilo – ha sventrato con la forza delle ruspe il campo rom di via Bigattiera, a San Piero a Grado. Nell’ordinanza di sgombero il sindaco piddino Filippeschi si è fatto forte di una relazione dell’Asl locale, che ha fotografato le cattive condizioni igienico sanitarie della Bigattiera. Ma a provocarle è stata la stessa amministrazione comunale, che nel 2012 staccò gli allacci di luce e acqua, elementi primari per la sopravvivenza dignitosa di donne, uomini e bambini con il permesso di soggiorno in regola, e non di rado residenti da anni a Pisa.
Nonostante periodiche mozioni approvate dal consiglio comunale impegnassero la giunta Filippeschi a riattivare gli allacci di luce e acqua, palazzo Gambacorti ha sempre chiuso occhi e orecchie, lasciando che la decisione degli eletti del popolo restasse lettera morta. Per la Bigattiera è iniziata così una lunga agonia. Negli ultimi mesi alcune famiglie più fortunate, quelle che sono riuscite a trovare una sistemazione diversa, hanno lasciato il campo. Ma per un gruppo di nuclei familiari, 65 persone in tutto, non c’era alternativa al campo di San Piero a Grado. Un campo cinto d’assedio alle prime luci da cinque blindati delle forze dell’ordine.
Ad attenderli, con le famiglie rom, c’erano gli attivisti delle reti antirazziste, diversi consiglieri comunali dell’opposizione di sinistra (Una città in Comune, Prc e Sel – e le realtà sociali e politiche che in questi anni si sono spese per sollecitare la ricerca di soluzioni socioabitative, senza le quali lo sgombero coatto viola le più elementari convenzioni internazionali Onu in materia di salvaguardia dei diritti umani.
Anche le maestre dei bambini che vivono alla Bigattiera si sono presentate al campo, per denunciare la precarietà del percorso educativo che questi bambini vivono a causa della mancanza dello scuolabus – che fino al 2012 c’era – e di una adeguata attenzione da parte dei servizi sociali competenti, condizione che non potrà che essere aggravata se perderanno anche la stabilità abitativa. Un segnale forte e coraggioso da parte delle insegnanti.
Le associazioni Africa Insieme e Rebeldìa hanno cercato di trattare con le forze dell’ordine, dopo la comunicazione di un ricorso presentato alla Corte europea per i diritti dell’uomo contro l’ordinanza del sindaco. Tutto inutile: all’ora di pranzo le ruspe si sono messe in moto, riducendo in macerie tutte le abitazioni. Mentre la maggioranza (Pd, Lista Pisa e Psi-Riformisti) che governa la città incassava il sostegno di Forza Italia, della Lega Nord e delle altre forze della destra pisana.
Di segno opposto il grido d’allarme lanciato dalle europarlamentari della Sinistra europea Eleonora Forenza e Barbara Spinelli: “Quanto sta accadendo alla Bigattiera è l’esito ultimo di una politica del Comune di Pisa volta a ridurre le presenze rom nel territorio, come dichiarato esplicitamente dall’amministrazione nel dicembre scorso. Più volte la giunta municipale ha parlato di un ‘carico eccessivo’: evidentemente un intero gruppo etnico, in quanto tale, rappresenta agli occhi del Comune ‘un problema’. Ma queste politiche sono in evidente contrasto con tutte le normative dell’Unione. Già nel 2011, infatti, la Commissione – con la propria Comunicazione n.173, recepita anche dal governo italiano – aveva richiamato gli Stati membri a promuovere politiche di inclusione nei confronti delle popolazioni rom e sinte, superando la pratica illegale degli sgomberi forzati”.
Un’interrogazione al Viminale sulla Bigattiera è stata presentata dal coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni: “Si è trattato di un atto violento: si imputano agli occupanti del campo mancanze che in realtà dipendono dall’inattività dell’amministrazione; violento perché la metà degli abitanti del campo sono bambini, cui non viene prospettata alcuna alternativa. Creare e alimentare le emergenze, quindi, per non risolverle mai se non con la forza. Filippeschi si scopre leghista”.