Oggi la presentazione dei candidati rimasti in gara, domenica il voto: le primarie Pd sembrano un reality show dove i concorrenti vengono eliminati e le rese dei conti interne finiscono in pasto al pubblico.

In lizza per sfidare il governatore uscente, Stefano Caldoro, sono rimasti per i democrat il sindaco ‘emerito’ (ma decaduto) di Salerno Vincenzo De Luca e l’eurodeputato Andrea Cozzolino, per il Psi Marco Di Lello e per Idv Nello Di Nardo, che ieri però ha rimesso la candidatura al partito e quindi potrebbe sfilarsi. Un percorso accidentatissimo con i gazebo rimandati tre volte (la prima data fissata risale all’anno scorso) con cordate di maggiorenti in contrattazione continua fino allo showdawn di mercoledì, quando l’eurodeputato Massimo Paolucci ha annunciato l’addio al Pd e Gennaro Migliore (l’ex Sel approdato tra i renziani) ha deciso di ritirarsi, decisione ufficializzata ieri dopo un colloquio con il premier a Roma.

Il braccio di ferro per le regionali di primavera va avanti dall’estate, nessuno degli schieramenti in campo ha voluto trovare un accordo perché i sondaggi danno Caldoro sconfitto con tutti i candidati tranne Di Nardo. Ognuno insomma vuole giocare la partita per vincere, anche a costo di trascinare il partito in una lotta all’ultimo colpo. De Luca ha sul capo la condanna in primo grado per il termovalorizzatore di Salerno che ha fatto scattare la legge Severino (è eleggibile ma non può entrare in carica), ma anche un esercito di sostenitori molto organizzato. I viaggi continui da Salerno a Roma non sono serviti a farlo desistere tuttavia tra le sue fila le defezioni sono state inevitabili, a cominciare dal consigliere regionale, grande collettore di voti, Mario Casillo.

Andrea Cozzolino è un ex pupillo di Antonio Bassolino, su di lui pesano le primarie del 2011 per la carica di sindaco di Napoli vinte e poi annullate. Un pezzo di partito non lo vuole, un altro non lo preferisce ma ci dialogherebbe. Potrebbe essere lui il vincitore domenica, sempre che si voti. Paolucci è andato via (per ora) sbattendo la porta proprio in polemica con l’ex amico, con cui ha condiviso una lunga stagione politica. Probabilmente i due non hanno trovato un accordo, l’esito finale sono state le accuse di connivenza con Fi nel casertano: «Tutti, a Napoli e a Roma, sanno che le nostre prossime primarie saranno un grande revival di Forza Italia. Tutti vedono le fotografie riportate dai giornali. Tanti, navigando sulla rete, hanno ‘scoperto’ fotografie imbarazzanti. Tanti sanno che le nostre prossime primarie saranno un replay peggiore di quelle svolte nel 2011». Le foto fatte girare ritraggono Cozzolino con Michele Ferraro e Nicola Turco, due cosentiniani. Del resto sia l’eurodeputato che De Luca non hanno mai nascosto i loro contatti nelle linee nemiche, il senatore di Gal Vincenzo D’Anna non fa mistero dell’intenzione di votare uno del Pd piuttosto che Caldoro previo, certo, un accordo politico. Le elezioni in Campania si vincono conquistando Napoli e Caserta, come insegnava anche Bassolino.

Renziani, dalemiani e lettiani hanno provato a cancellare le primarie ma hanno fallito l’occasione a settembre, quando venne organizzata la Fonderia. Intestardirsi, anche fuori tempo massimo, ha portato alla guerra di firme (apparse, sconfessate e poi scomparse) per annullare i gazebo fino a bruciare sia Gennaro Migliore che il presidente del Cnr, Gino Nicolais, come candidati di superamento. La segreteria nazionale avrebbe dovuto imporli sul locale ma i due plenipotenziari di Renzi, Lorenzo Guerini e Luca Lotti, non hanno fatto l’ultimo miglio. Alla fine lo schieramento antiprimarie si è sciolto lasciando sul campo la lettera aperta di Migliore: «Con Renzi si è posta la questione del ricambio generazionale, della lotta alle rendite di posizione, dello sguardo sulla politica estraneo alle vecchie liturgie. Ed è ancora aperta. Oggi più che mai dobbiamo lavorare per una Campania liberata: da Caldoro, dal cosentinismo e dal post cosentinismo. Non vi scrivo per farmi da parte, ma per fare meglio la mia parte».

Facce felici a sinistra del Pd: Sel, Pdci, Prc, Partito del Lavoro e Sinistra in movimento ieri hanno sottoscritto un documento in cui chiedono all’assessore del comune di Napoli alla cultura, Nino Daniele, di dare la propria disponibilità come candidato di una lista comune. Daniele è stato sindaco di Ercolano, dal Pci è approdato ai Ds ma non ha la tessera democrat: potrebbe attrarre voti dal Pd e fare da pontiere con gli ex colleghi di partito.