Doveva essere una resa dei conti, si è risolto in un muro contro muro. Il consiglio comunale straordinario sui rifiuti ha registrato l’annunciata blindatura della maggioranza pentastellata in Campidoglio.

Lo ha detto chiaramente la sindaca Virginia Raggi, nella sua relazione in aula: «Non c’è nessun conflitto di interessi, l’assessora Paola Muraro è persona competente, viene attaccata perché scomoda».

La linea è quella che era stata annunciata poche ore prima, quando Daniele Diaco, presidente della commissione ambiente, ha tracciato la difesa della maggioranza: M5S non ha nessuna intenzione di farsi mettere all’angolo per le responsabilità delle precedenti amministrazioni.

«Sono loro che negli anni di governo a Roma non si sono mai adoperati per un ciclo virtuoso dei rifiuti – ha spiegato Diaco – C’è stata un’emergenza creata ad hoc per destabilizzarci e creare la macchina del fango. Noi siamo al lavoro per una città pulita e per un progetto reale di rifiuti zero».

Raggi si è mossa su questo solco: «Noi oggi dobbiamo affrontare la crisi per i prossimi sei mesi. Una crisi sistemica con scarse risorse e tempi ridotti, lavorando con il rischio sanitario dietro l’angolo». E ha respinto al mittente le critiche sull’operato di Muraro, sul presunto conflitto di interessi dovuto alle collaborazioni con Ama negli anni scorsi e con alcuni soggetti privati legati al trattamento dei rifiuti.

«Muraro ha svolto incarichi privati in aziende pubbliche e la sua competenza è comprovata proprio da esperienza nel settore dei rifiuti – dice Raggi – Sta mettendo il dito nelle piaghe che vanno toccate, è proprio questo il motivo per cui l’abbiamo scelta. L’ho scelta in base al curriculum, alle competenze e al fatto che conosce perfettamente Ama, i suoi malfunzionamenti e le sue irregolarità».

Quanto al fantomatico «dossier» che l’assessora dice di tenere pronto all’occorrenza e che ha condotto a porre questioni circa la trasparenza degli atti della giunta, Raggi replica: «Sarà a disposizione della commissione di inchiesta parlamentare sui rifiuti: Muraro sarà sentita il 5 settembre».

Dall’opposizione scuotono la testa. «Il sindaco dà risposte generiche addossando tutta la colpa ad Ama e alle amministrazioni precedenti e poi si prende come assessore chi ha guidato e ispirato quei processi per 12 anni – reagisce la capogruppo Pd Michela De Biase, firmataria dell’interrogazione su Muraro – Prendiamo atto del forte imbarazzo che serpeggia all’interno di M5S ma ci chiediamo: dov’è Di Battista oggi? Perché non è in aula a gridare ’onestà onestà’?».

Stefano Fassina presenta un ordine del giorno per la costituzione di un Osservatorio sui rifiuti zero, approvato a maggioranza. Ma non è tenero con l’assessora. «Non chiediamo le dimissioni facili e non applichiamo nessun automatismo qualora dovesse arrivare un avviso di garanzia all’assessore – dice Fassina – Il punto è politico: mi chiedo se è compatibile la scelta di un assessore che in quel quadro ha operato. Paola Muraro rappresenta la discontinuità che voi avete indicato come obiettivo fondamentale?».

Bocciato, invece, un testo proposto dalla destra che avrebbe impegnato Ama a non impiegare inceneritori.

Nella giornata precedente i lavori del consiglio avevano registrato un passaggio politico importante, che fornisce qualche indicazione sull’anomalo, e tutt’altro che lineare, percorso della via romana al grillismo.

Oltre a ridurre il carico di cemento sull’area dell’ex Fiera di Roma (un punto a favore dell’assessore all’urbanistica Paolo Berdini), si è giunti all’approvazione di una mozione che impegna la sindaca a convocare un tavolo per la gestione delle centinaia di immobili del patrimonio comunale dati in concessione e a rischio sgombero indiscriminato.

Associazioni, centri sociali e circoli culturali erano stati messi a rischio prima da una delibera della giunta Marino che prometteva un riordino del settore e poi dalle maniere spicce con cui il commissario Tronca ha spedito cartelle esattoriali, sigilli e avvisi di sgombero. La pronuncia, tutt’altro che scontata, è stata votata da M5S e Si con l’astensione dei 4 consiglieri Pd (si sono detti concordi sul merito ma hanno chiesto un passaggio in commissione).

Il testo manda un segnale politico a uffici comunali, prefettura e questura in vista di possibili sgomberi. Gli attivisti di Decide Roma chiedono che il regolamento tenga conto del valore sociale delle occupazioni, «anche di chi ha occupato beni di proprietà privata lasciati ad abbandono e speculazione».

La palla passa alla giunta: il prossimo passaggio potrebbe essere una delibera-ponte che recepisca l’indicazione della mozione e rimandi a un nuovo quadro normativo sui beni comuni. L’uomo chiave è l’assessore Marcello Minenna, che ha le deleghe a bilancio, patrimonio e società partecipate.