Forse ricordate il caso di Gizele Bundchen, la top model paulista che durante la cerimonia d’apertura avrebbe dovuto essere scippata da un pivepe, il modo dispregiativo con cui chiamano i ragazzini delle favelas.

Durante la nostra visita al Parco Olimpico, al ritiro dell’invito al botteghino, siamo stati accolti da una delle responsabili comunicazioni dell’organizzazione. Ha tenuto farci sapere che seguono tutta la stampa internazionale, quindi anche il manifesto. In questi pochi attimi in cui ci viene fornita la mappa del Parco, l’assistente alle relazioni internazionali del Comitato olimpico di Rio, ha tenuto a far sapere (ma soltanto a titolo personale e quindi informalmente) che «in realtà nella nostra ricostruzione dei fatti della cerimonia d’apertura, manca una parte». E puntualizza: «Gizele, durante la passeggiata, sarebbe stata sì avvicinata da un pivepe, che però voleva solo offrirle qualcosa da acquistare, non scipparla. La polizia vedendo la situazione fraintende e quindi si lancia sul ragazzino al quale la stessa Gizele fa da scudo. Così doveva essere la scena, ma si è stato poi deciso di cambiarla perché avrebbe potuto creare malintesi».

Eppure, molti testimoni hanno raccontato un’altra versione, quella dello scippo. Sarebbe, quindi, utile riportare le dichiarazioni con nome, cognome e incarico. La replica, allora, è questa: «La mia è una cortesia fatta a titolo personale, soltanto perché vi siete occupati del caso. Come vedi, anche chi era presente, ha frainteso. La decisione, di togliere quel passaggio, è stata la scelta migliore da fare». E se si fa notare che, comunque la si interpreti, la scena appare comunque razzista, con un sorriso allunga il depliant e saluta.