L’Usb come i peggiori padroni delle ferriere? Il sindacato di base ha licenziato senza troppi complimenti – in pochi minuti dopo 11 anni di lavoro – l’addetta stampa Rossella Lamina. Adducendo «ragioni economiche e organizzative«. Una celerità che supera perfino le ben più note performance di Almaviva, che almeno aveva dato ai suoi 1.666 operatori romani qualche mese di preavviso e la possibilità di intavolare una trattativa. «Ecco la tua lettera, Rossella», schiaffata sul tavolo lunedì scorso, «dopo mesi di mobbing», come ha raccontato la stessa lavoratrice all’Associazione stampa romana, ramo laziale della Fnsi.

Subito oscurato l’account di posta elettronica, preziosa fonte di contatti, il licenziamento arriva oltretutto in un momento delicato, non facile per la nostra collega, a causa di alcuni problemi personali: fattore ancora più grave, se pensiamo che a dare il benservito non è un’azienda ma un sindacato.

Così Usb giustifica la sua decisione: «Il licenziamento di Rossella Lamina, per molto tempo addetta stampa di Usb, è dovuto a una riorganizzazione interna che non prevede più la figura che la Lamina ha ricoperto per molti anni. Motivi economici e di scelte organizzative ci hanno portato a questa non facile decisione che abbiamo assunto con il conforto del voto unanime dell’Esecutivo nazionale confederale». «L’organizzazione – conclude la nota – ha sempre cercato di venire incontro nei limiti delle proprie possibilità alle esigenze dei suoi collaboratori e dipendenti».

Subito è scattata la solidarietà di tanti lavoratori e lavoratrici, che hanno lanciato una petizione su activism.com: l’appello sottolinea «il grande contributo che negli anni Rossella ha dato in termini di crescita, sotto il piano dell’attenzione dei media, a un grandissimo numero di vertenze lavorative e sociali sostenute dal sindacalismo di base». E ancora, «la cura che Rossella ha dedicato, anche mediante un vero e proprio contributo formativo, a una maggiore consapevolezza di delegati e lavoratori riguardo un più efficace uso degli strumenti mediatici».

Lamina è «autrice di documentari sulla realtà del precariato – conclude il testo della petizione – e, più di recente, di una docu-intervista a Ken Loach sulla forte presa di posizione assunta dal regista a sostegno di un gruppo di lavoratori italiani licenziati».

«Il licenziamento, per il quale vengono addotti motivi economici – scrive Stampa Romana – è il brusco epilogo giunto dopo mesi di “mobbing”, durante i quali la dignità professionale e umana di Rossella è stata mortificata, e osteggiata è stata la sua iscrizione a Stampa Romana. Ancora più grave che questo accada in un sindacato di base, che si dichiara in prima fila nella difesa dei lavoratori. Una prima fila rivendicata in termini di nuovi iscritti e di rincorsa sui numeri e sulla presenza “politica” a Cgil, Cisl e Uil ma clamorosamente smentita da questa scelta».