Ventidue canzoni fatte ascoltare alla stampa in anteprima. Sono quelle dei big, anche se per molti il termine appare un po’ enfatico.
La reazione più ironica è esplosa per Albano che ha cantato Di rose e di spine, titolo non tanto originale, neppure il testo, ma la musica (di Maurizio Fabrizio e Katia Astarita) sembra scritta da Morricone con Puccini, dando la possibilità di gorgheggi esasperati e orchestra a palla. Va subito detto che si tratta quasi sempre di canzoni d’amore: dichiarato, rimpianto, celebrato, disperato e così via.

 
Tra i pochi  che si discostano Gigi d’Alessio con La prima stella che magnifica mamma con spirito un po’ melenso, anche Ermal Meta con Vietato morire si dedica a mamma, ma per rievocare maltrattamenti paterni, occhi neri e violenza da contrapporre alle indicazioni materne che invitano a «cambiare le tue stelle» per non ripetere quegli orrori.
Clementino con Ragazzi fuori affronta storie da bassi napoletani, Fiorella Mannoia con Che sia benedetta realizza un inno alla vita, «qui nessuno è diverso, nessuno è migliore». Ma il più eccentrico dei testi appartiene a Francesco Gabbani, già dal titolo Occidentali’s Karma, si passa infatti dai selfisti anonimi agli internettologi, da Panta rei a Namasté e via tardofriccheggiando in modo piuttosto inconsueto per un brano sanremico.

 
Ron leggiadro  in L’ottava meraviglia «nei miei occhi l’America, nei tuoi passi l’Oriente», Paola Turci con Fatti bella per te invita all’autostima, Sergio Sylvestre in Con te va di «leggerezza e pagine di noi» per raccontare la fine di un amore, stesso tema per Fa talmente male cantata da Giusy Ferreri, una delle canzoni più apprezzate. Michele Bravi implora per riconquistare nel Diario degli errori, Alessio Bernabei Nel mezzo di un applauso sfiora il porno perché ha «aperto uno spiraglio nel tuo intimo» e non contento aggiunge «e sono entrato piano».
Raige e Giulia Luzi sembrano allinearsi con Togliamoci la voglia, mentre Fabrizio Moro canta Portami via ma non sembra convinto, Bianca Atzei afferma «voglio fregarmene» poi però canta Ora esisti solo tu, e Marco Masini vorrebbe che tutto fosse Spostato di un secondo.
Chiara compita  Nessun posto è casa mia, Elodie dice Tutta colpa mia, ritorna Michele Zarrillo con Mani nelle mani in cui riesce a piazzare un «valzer da ubriachi», Lodovica Comello afferma Il cielo non mi basta, Nesli & Alice Paba duettano in Do retta a te infine Samuel è messo male e supplica Vedrai, tra distanze come «sputi in faccia» e Libeccio che soffia dall’Africa.

 

 

Insomma tempi grami perché le crisi d’amore superano di gran lunga le celebrazioni, perché la pioggia (fosse anche di «gocce di Chanel», sempre da Gabbani) compare otto volte su ventidue brani mentre il sole latita e i venti soffiano e dio, a Sanremo, compare solo qualche volta, mentre Maurizio Crozza avrà un siparietto ogni sera, e forse per ringiovanire il festival giovedì sera ci sarà anche il coro dello Zecchino d’oro.