La guerra e la pace per fare fronte alla guerra civile siriana che spinge migliaia di persone a cercare rifugio in Europa. François Hollande ha annunciato ieri una politica in due movimenti: la Francia, già da oggi, inizierà dei voli di ricognizione sulla Siria, un eufemismo per non dire direttamente che Parigi, unendosi alla coalizione arabo-occidentale, si prepara a bombardare le basi dell’Is, con una svolta diplomatica radicale rispetto alla posizione tenuta finora, che era di solo sostegno indiretto ai «moderati», per non rischiare un appoggio al regime.

Comunque, la Francia non farà «nulla che possa consolidare Assad, che deve andarsene». Ci sono le «prove» che gli attacchi terroristici di cui è stata vittima la Francia quest’anno, dall’attentato contro Charlie Hebdo del 7 gennaio scorso, sono stati «organizzati a partire dalla Siria». I voli di ricognizione serviranno a «conoscere cosa si prepara contro di noi e contro la popolazione siriana». Poi, «secondo le informazioni raccolte, saremo pronti a colpire», ha precisato il presidente nella sesta conferenza stampa tenuta da quando è stato eletto all’Eliseo.

Con questa decisione, la Francia «assume le proprie responsabilità», come ha già fatto in Mali, nel Sahel contro Boko Haram, in Centrafrica (con tutte le differenze del caso, in questo ultimo caso), ha sottolineato Hollande. Ma non ci saranno truppe a terra: sarebbe una scelta «incoerente e irrealista», perché non solo la Francia sarebbe «sola», ma correrebbe il rischio di «trasformare l’operazione in una forza di occupazione». Gli aerei di ricognizione sono quelli già in zona, in Iraq, dove la Francia partecipa già alla coalizione (e non ci saranno quindi costi aggiuntivi). Per Parigi la «soluzione» resta «politica in Siria», con il coinvolgimento dei paesi del Golfo, della Russia, dell’Iran oltre che della coalizione.

L’altro movimento riguarda l’accoglienza dei profughi. Con «umanità e responsabilità», Hollande ha annunciato che la Francia accoglierà altri 24mila rifugiati, la cifra che le è stata assegnata dalla Commissione nel nuovo piano di ripartizione, che verrà dettagliato dal presidente Jean-Claude Juncker di fronte al Parlamento europeo, a Strasburgo mercoledì. E subito, per «solidarietà» con la Germania, ne accoglierà mille passati dall’Ungheria. Hollande ha affermato che non terrà conto dei sondaggi, che ripetono, uno dopo l’altro, che una maggioranza di francesi (52-55%) non ne vuole sapere di aprire le porte a nuovi arrivi. Sono «scelte che conteranno per il giudizio della storia», perché «il diritto d’asilo fa parte integrante dell’anima, della storia della Francia», ha spiegato, prendendo un po’ di coraggio nel clima pesante dominato dalle posizioni dell’estrema destra. Mentre Marine Le Pen si è ancora scagliata contro il «fardello» dell’immigrazione, legandola alla crescita del «fondamentalismo islamico» e ha accusato la Germania di voler attirare degli «schiavi» per far fronte alla sua «demografia moribonda». Anche la destra dei Repubblicani, da Nicolas Sarkozy a Alain Juppé, rifiuta l’accoglienza.

Hollande ha cercato di correggere lo scarto di immagine di questi giorni, tra la Germania, che appare generosa e ospitale, e la Francia, che si mostra chiusa e paurosa: «con Angela Merkel» abbiamo proposto «un meccanismo permanente e obbligatorio» per la redistribuzione di 120mila rifugiati, «obbligatorio è la parole importante, perché il volontariato non ha funzionato», cioè la decisione al ribasso del vertice Ue di giugno non ha risolto nulla. La proposta sarà precisata alla riunione dei ministri degli Interni della Ue il 14 settembre e «se non ci sarà accordo» verrà convocato un Consiglio europeo straordinario. La differenza nei numeri con la Germania, però resta. La Francia prevede per quest’anno 60mila richieste d’asilo (800mila in Germania). Il ministro degli interni, Bernard Cazeneuve, riunisce sabato 12 i sindaci di Francia, per costruire una rete di accoglienza, per siriani, iracheni e eritrei. Già varie decine hanno dato la loro disponibilità, ma a destra c’è una levata di scudi.

A fine settimana, Hollande andrà a Londra. Guerra e pace nel menu dell’incontro con Cameron. Ieri, il premier britannico ha rivelato che ad agosto c’è stato un attacco aereo della Gran Bretagna in Siria, con un drone (sarebbero stati uccisi tre membri dell’Is, tra cui due britannici).