È uscita pochi giorni fa negli Stati Uniti l’autobiografia di Taraji P Henson, l’attrice afroamericana diventata famosa per il suo ruolo nei panni di Cookie Lyon nella serie tv musical della Fox, Empire, per la quale ha anche ricevuto una nomination agli Emmy Awards e un Golden Globe come miglior attrice protagonista di una serie drammatica a gennaio scorso.

Nel libro, dal titolo Around the Way Girl, l’attrice aggiunge un tassello alla storia delle diseguaglianze a Hollywood, raccontando come per il suo ruolo in Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher – in cui interpreta la madre adottiva del protagonista, e con il quale è stata candidata agli Academy Awards del 2008 come miglior attrice non protagonista – sia stata pagata molto meno dei colleghi Brad Pitt e Cate Blanchett. Henson descrive infatti una conversazione telefonica con il suo manager, che le comunica la misera cifra offerta dai produttori per interpretare Queenie: circa il 2% dei compensi dei protagonisti. «E c’era un’altra clausola – aggiunge l’attrice nelle sue memorie – avrei dovuto accettare di pagarmi da sola l’alloggio a New Orleans, dove si svolgevano le riprese. Oltre al danno la beffa».

Ciononostante, Henson decise di accettare il ruolo: «Ci sono molte più attrici nere di talento che ruoli intelligenti e significativi per loro», spiega infatti l’attrice. «Sapevo che se avessi insistito per ricevere più soldi mi avrebbero rimpiazzata nel giro di un attimo , senza alcuna considerazione per il talento e per i molti riconoscimenti ottenuti dai miei precedenti lavori». Oltre a essere stata sottopagata per il film di David Fincher, Taraji P Henson racconta di essere stata scartata dal cast di un film – St. Vincent, protagonista Bill Murray – in cui un ruolo era stato scritto appositamente per lei dallo sceneggiatore e regista Theodore Melfi.

La parte era quella della prostituta amica del protagonista veterano del Vietnam e alcolizzato. La prostituta è poi diventata russa e la parte è andata a Naomi Watts: «Perché le persone con il potere di dare l’ok al film non erano in grado di contemplare la presenza di una donna nera al di là di un piccolo ruolo. Evidentemente per loro – chiosa l’attrice – questo rispondeva alle aspettative del pubblico».