Da bambino, amavo leggere i racconti di Hans Christian Andersen, mentre le fiabe dei fratelli Grimm mi annoiavano. L’acciarino magico era la mia storia preferita. Non riuscivo a smettere di leggerla, ero in ansia per le sorti del soldato. Mi sentivo completamente immerso nella narrazione. Mi sembrava di aver saltato ogni muro e di essere entrato in un mondo diverso. Ecco, è proprio questa sensazione che ho voluto riconsegnare con l’architettura».
La confessione legata alla sua infanzia è dell’archistar giapponese Kengo Kuma che, con il suo studio e in collaborazione con gli architetti di Cornelius+Vöge, i paesaggisti di Masu Planning e gli ingegneri di Eduard Troelsgård, si è aggiudicato il bando per il progetto del nuovo spazio museale dedicato allo scrittore danese della Sirenetta, lì dove nacque, a Odense. Ad accendere la fantasia, infatti, è stata l’atmosfera incantata di molte sue fiabe così che alla modesta casa di Andersen – quella che nella sua semplicità ricorda le umili origini di figlio di un ciabattino e che rispecchia fedelmente ciò che narrava nelle varie autobiografie lo scrittore stesso -, si sostituirà un intero universo. La promessa è quella di un’esperienza immersiva, sensoriale ed emotiva, per piccoli e grandi.
Il museo immaginato dallo studio Kuma vedrà la luce nel 2020 e darà un nuovo volto alla città, realizzando insieme all’edificio anderseniano in sé (5.600 mq, due terzi dei quali sotterranei per invitare al raccoglimento e al viaggio nel sogno) meravigliosi giardini e un centro culturale, intitolato proprio a quell’acciarino magico così intensamente amato.
Il risultato di questa interazione fra architettura e natura, tipicamente giapponese (ma anche nordica) è un luogo che rimanda – e dà visibilità, un vero corpo percorribile – ai regni delle fate e degli animali parlanti. Basti dare un’occhiata alle immagini del progetto (http: // museum.odense.dk/en/museums/hans-christian-andersen-museum/house-of-fairytales) per rendersene conto.