Le riforme più insidiose non sono quelle strombazzate dalla propaganda ma quelle sottaciute. Così ieri si è appreso che il governo di destra si sta muovendo per modificare alla base i programmi delle materie scolastiche che in realtà dal 2012 vengono definite linee guida del primo e secondo ciclo. Un testo fondamentale, alla cui stesura collaborano all’epoca noti luminari come Giancarlo Cerini ed Eraldo Affinati, che serve a stabilire per ogni materia gli obiettivi di apprendimento. Il ministro dell’Istruzione (e merito) Valditara ha nominato, attraverso un decreto, una commissione di studio «composta da esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale con il compito di elaborare e formulare proposte volte alla revisione delle Indicazioni».

Il ministro ne aveva già parlato, esplicitando le sue intenzioni (evidentemente non colte dalle opposizioni) in un question time lo scorso 12 ottobre. Rispondendo in Senato a un quesito sull’insegnamento della storia e della geografia, Valditara aveva annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro per rinnovare la didattica: «La modifica della progressione dei contenuti, degli obiettivi e dei traguardi per le discipline di storia e geografia sarà valutata nell’ambito della revisione delle predette Indicazioni nazionali», aveva dichiarato il titolare dell’Istruzione 7 mesi fa. Ora la nomina del comitato scientifico che si occuperà di stabilire i parametri entro i quali vanno insegnati queste materie, disegnato a immagine e somiglianza del governo, in particolare della Lega.

A presiedere il coordinamento sarà Loredana Perla, docente di didattica e pedagogia speciale all’università degli studi di Bari, che tante volte è intervenuta sulla stampa a favore dei provvedimenti del Mim. Le idee della professoressa sull’istruzione sono chiaramente illustrate nel volume Insegnare L’Italia. Una proposta per la scuola dell’obbligo, che ha scritto a quattro mani con Ernesto Galli della Loggia. Un libro premonitore perché i due autori si proponevano, come si legge sulla quarta di copertina, di «dare un significato nuovo al senso dei programmi di alcune materie d’insegnamento dei primi due cicli della scuola dell’obbligo e, forse, all’intero ambito dell’istruzione nel nostro Paese». Come? Affidandosi al concetto di «identità italiana», «un tema – scrivono i due – visto negli ultimi decenni con profonda diffidenza, soprattutto per ragioni ideologiche».

Altri tre membri del comitato sarebbero emanazione del fidato consigliere di Valditara, Giuseppe Bertagna, anche lui pedagogo e tra gli artefici della riforma Moratti: Francesco Emanuele Magni, esperto; Laura Sara Agrati, Università telematica Pegaso; Evelina Scaglia, Università di Bergamo. Poi Paolo Calidoni, ateneo di Parma; Giuseppe Cappuccio, Palermo; Alessia Scarinci, Universitas Mercatorum; Viviana Vinci, Foggia; Massimiliano Costa, Ca’ Foscari di Venezia. Tutti pedagoghi, spesso invitati assieme nei convegni. La Flc Cgil denuncia «l’atteggiamento proprietario che il governo esercita sul sistema d’Istruzione».

«Apprendiamo che, alla chetichella, il ministro Valditara avrebbe istituito una commissione per la revisione delle indicazioni nazionali e delle linee guida relative al primo e al secondo ciclo di istruzione – ha detto Gianna Fracassi, segretaria generale del sindacato della scuola della Cgil – vorremmo capire quale sia l’urgenza e le motivazioni, su quali indicazioni si debba muovere la commissione e quali le finalità nel lavoro di revisione dei “programmi”». Il sindacato sottolinea il mancato coinvolgimento di insegnanti e dirigenti. Il ministro ha risposto sui social: «Si rilassino i contestatori e i polemisti di professione, non appena il decreto di nomina della Commissione di studio sarà registrato, sarà avviata una consultazione ampia del mondo della scuola».