Alle 16 di ieri il ministro Angelino Alfano, rispondendo al question time del forzista Paolo Russo, ha annunciato in diretta Tv che il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sarebbe stato sospeso. Dopo un’ora e mezza a Palazzo San Giacomo non era ancora arrivata alcuna comunicazione dalla prefettura. Tocca infatti al prefetto Francesco Musolino decidere come applicare la legge Severino, in base alla quale l’ex pm dovrebbe essere sospeso fino a un massimo di 18 mesi, dopo la condanna in primo grado a un anno a tre mesi inflitta dal giudice monocratico del tribunale di Roma (il pm aveva chiesto l’assoluzione) per il processo Why not, il reato abuso d’ufficio.

Nella tarda mattinata di ieri sono arrivati sulla sua scrivania gli atti relativi alla sentenza dalla cancelleria capitolina. Alfano, con la sua solita foga, ha dato per già avvenuta una conclusione comunque inevitabile. «La misura è già stata avviata in casi simili – ha ricordato il ministro dell’Interno – e si applica anche nell’ipotesi (che ricorre nel caso di specie) di eventuale sospensione condizionale della pena». Alle 19.45 arriva la notizia: il prefetto ha firmato il provvedimento, la misura (18 mesi) sarà notificata al presidente del Consiglio comunale stamattina. Il sindaco farà opposizione e comunque sarà più breve dato che Why not è in via di prescrizione.

La giornata è trascorsa a Palazzo San Giacomo in un’aria di surreale normalità: il sindaco ha ricevuto i ragazzi della squadra di basket Ginova e poi l’artista libanese Mazen Kerbaj (a Napoli per una mostra), a cui scherzando ha offerto la carica di vicesindaco. «La sentenza? Se la vedete salutatemela», ha ironizzato con i giornalisti. Ma sono state parentesi all’interno di un pomeriggio molto teso: «In queste ore, come dice Luigi Settembrini, mi affido ai folli, perché se i sani sono quelli di cui leggo sui giornali preferisco essere folle. Alfano dice in Parlamento ciò che ritiene, quando arriva un provvedimento formale, farò i miei passi» ha spiegato prima di ripetere ancora «non mi dimetto. Farò il sindaco di Napoli fino al 2016 e starò di più per strada a fare il sindaco dei cittadini».

Non solo la sospensione, altre due elementi compongono il puzzle Napoli: Fi e il Pd vorrebbero posticipare il voto di secondo livello per la città metropolitana, previsto per il prossimo 12 ottobre. L’ex pm per legge è chiamato a guidare il periodo di transizione verso le elezioni generali del 2016. I due maggiori partiti vorrebbero andare al voto anticipato in città in modo da avere un nuovo sindaco, magari con una delle rispettive casacche, a guidare la fase di costruzione della nuova area metropolitana. Ma su questo Alfano ha chiuso la porta: «Non sussistono i presupposti» per far slittare il voto. L’unico modo quindi è far cadere la maggioranza in consiglio. Esplicito Massimo Paolucci, vicepresidente degli eurodeputati Pd: «Bisogna andare il prima possibile al voto».

Ultimo nodo il vicesindaco. Nel periodo di sospensione subentra per gli atti di ordinaria amministrazione il vice. Casella ricoperta fino ad ora da Tommaso Sodano, che ha una condanna in primo grado per aver spinto un vigilessa quando era consigliere comunale di Pomigliano d’Arco per far entrare in consiglio dei cittadini che protestavano. A lui, ha chiarito Alfano, non si applica la Severino.

«È antidemocratico e antigiuridico», ha tuonato Carlo Sarro, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, ex cosentiniano di ferro: «L’avvio delle procedure per la sospensione di Luigi de Magistris comporta, secondo il ministro, la automatica ’promozione’ di Sodano a sindaco della città metropolitana. Ciò non può valere nel caso di Sodano, in quanto si è in presenza di un vicesindaco per di più mai eletto dai cittadini». Quella del vice è diventata la casella più ambita: De Magistris aveva aperto ad altre ipotesi, come puntare a una figura super partes oppure nominare qualcuno che facesse da pontiere con i democrat. Il Pd però vuole mettere fine all’esperienza arancione: «Si vada al voto subito ma si consenta a De Magistris di partecipare alle elezioni, alla pari degli altri candidati» la proposta sottoscritta dall’eurodeputato Andrea Cozzolino, Enzo Ruggiero (membro della segreteria regionale) e la deputata Valeria Valente. La notifica arrivata in serata a messo fine al dubbio, resta Sodano finché si resiste.