Primo passo verso la legalizzazione dell’aborto e i diritti delle donne in Polonia: ieri il Sejm (la camera bassa del parlamento) ha infatti deciso di proseguire la discussione di tutti i disegni di legge presentati in materia. La maggioranza dei deputati ha respinto le mozioni presentate dal partito della destra populista di Diritto e Giustizia (PiS) e da Confederazione (Konfederacja, di estrema destra), che cercavano di bloccare i progetti di liberalizzazione .

Per il governo Tusk, formato dai liberali di Coalizione Civica, dalla Sinistra (Lewica) e dai moderati di Terza Via (Trzecia Droga) è il primo vero banco di prova. Le discussioni interne degli scorsi mesi avevano già evidenziato divisioni nella coalizione, tutti i partiti della maggioranza, infatti, hanno presentato un proprio disegno di legge per un totale di quattro progetti. E se i liberali di Coalizione Civica e la Sinistra vorrebbero legalizzare l’interruzione di gravidanza fino alla 12ª settimana di gestazione, il partito centrista Terza Via punta al ritorno della legge-compromesso del 1993, che consentiva l’aborto in caso di pericolo di vita per la madre, violenza sessuale, oppure quando il feto presenta gravi malformazioni.

Nel lungo dibattito che ha preceduto il voto, la ministra per le Pari opportunità, Katarzyna Kotula di Lewica, ha sottolineato come la Polonia sia l’unico Paese europeo dove negli ultimi anni le regole che riguardano l’interruzione della gravidanza «sono diventate più severe».

Nella corso della prima votazione, il Sejm ha scelto di portare avanti la modifica del codice penale presentato dalla Sinistra, che mira a depenalizzazione gli atti dei medici e del personale sanitario relativi all’interruzione di gravidanza. La maggioranza parlamentare si è anche opposta alla mozione del PiS che cercava di fermare il progetto ‘aborto sicuro’ del partito Sinistra.

Nel corso delle altre due votazioni, la Camera ha inoltre espresso la volontà di portare avanti i disegni di legge presentati da Coalizione Civica e Terza Via, rigettando le mozioni dei conservatori e dall’ultradestra nazionalista. Le quattro proposte della maggioranza, dunque, possono proseguire il loro iter alla commissione parlamentare speciale e, in caso di approvazione, al Senato.

Se da un lato, però, il partito Terza Via sostiene la necessità di procedere a una modifica dell’attuale legge, resta ancora possibile l’opposizione dei moderati al voto finale. Allo stesso modo, il supporto di ieri della Sinistra ha sicuramente permesso al piano di Terza Via di proseguire l’iter legislativo, ma il partito socialdemocratico potrebbe dire no a una modifica solamente ‘parziale’ della legge in vigore.

Rimane infine un ulteriore ostacolo. I disegni di legge, infatti, devono essere firmati dal presidente della Repubblica Andrzej Duda, solido alleato conservatore del PiS di Jarosław Kaczynski. Duda, che in passato ha ripetutamente espresso il suo rifiuto alla liberalizzazione dell’aborto, può avvalersi del veto presidenziale o chiedere l’esame del Tribunale Costituzionale, ancora sotto l’influenza del PiS e dei conservatori.

L’obiettivo del nuovo esecutivo guidato da Donald Tusk, sostenuto da buona parte della società civile, rimane quello di modificare l’attuale legge sull’aborto, abolendo il divieto quasi totale introdotto nel 2021 dagli ultraconservatori di Diritto e Giustizia e dal Tribunale Costituzionale nel corso della precedente legislatura. Una situazione delicata, che potrebbe compromettere le già complicate relazioni con Duda, i rapporti con la chiesa e la credibilità stessa del governo.