Sarà Beppe Grillo in piazza De Ferrari a chiudere oggi la campagna elettorale del M5S. Si farà un giro nel pomeriggio tra i cinque gazebo, uno per ogni stella del movimento, che racchiudono gli altrettanti macro temi in cui è stato diviso il programma. Poi alle 21 salirà sul palco accanto alla candidata presidente Alice Salvatore. Lei, 33 anni, laureata in lettere, ricercatrice e precaria, trascorre queste ultime ore come ha fatto in questi mesi, attraversando in camper la Liguria, taccuino alla mano, per ascoltare ed appuntare le storie di una regione dai mille problemi. Cortei e fabbriche, associazioni e comitati, dibattiti pubblici e studi televisivi. Non si è risparmiata e oggi, con il fiatone di chi sta correndo dietro agli ultimi appuntamenti, si dice soddisfatta: «Penso che sia andata molto bene, lo vedo dalla reazione delle persone. Questa campagna mi ha arricchito. Già come attivista giravo come una trottola, ora di più: è stata attivismo all’ennesima potenza».

Onestà, trasparenza e competenza. Sono le tre parole d’ordine dei pentastellati in queste regionali, ripetute come un mantra ad ogni occasione. L’ultima però, soprattutto all’inizio, ha suscitato qualche ironia. Che competenza può avere per governare una regione una trentenne laureata in lettere senza alcuna esperienza politica? «La competenza è un work in progress», replica lei «che si forma attraverso una conoscenza continua del territorio, ma competenza significa soprattutto capacità di ascolto della cittadinanza e di coloro che hanno le esperienze per aiutarti a trovare soluzioni. La regione deve avere un ruolo di indirizzo, coordinamento e garantire il corretto funzionamento degli apparati e la chiave è sapere dove andare a cercare le informazioni».

A dar retta ai sondaggi non vincerà le regionali. Ma potrebbe essere la vera sorpresa di queste elezioni: ha fatto una campagna grintosa e basata su una comunicazione efficace, come ha dimostrato il dibattito organizzato lunedì su Sky dove, al di là della vittoria al televoto, ha saputo tener testa a tutti. E dire che una parte del M5S dopo le primarie del centro sinistra avrebbe voluto una scelta diversa. Il capogruppo in consiglio comunale Paolo Putti, con un appello allo staff di Grillo aveva chiesto di cogliere l’occasione ghiotta offerta dalla spaccatura all’interno del Pd e dalla debolezza di Paita per trovare un candidato forte che provenisse dalla società civile su cui avrebbero potuto convergere anche altre forze. Grillo ha detto no e gli elettori del movimento hanno scelto la loro candidata con le ’regionarie’: «Oggi però anche chi avrebbe voluto una scelta diversa è molto contento» dice Salvatore, che sembra avere già vinto la sfida più importante, quella di riavvicinare i militanti al movimento arrivato in Liguria al minimo storico dopo i successi di qualche anno fa.

Unico ’incidente’ in una campagna elettorale peraltro senza sbavature, la battuta su Peppino Impastato: «Anche lui era figlio di un mafioso», ha detto paragonandolo all’attivista grillino dal nome scomodo, amico di un candidato M5S di Imperia che, dopo le polemiche, ha però ritirato la sua candidatura: «Sono stata male interpretata», chiarisce, «chiedo scusa alla famiglia, Peppino Impastato era un eroe della lotta alla mafia». A chi le chiede perché il suo bersaglio privilegiato sia stato finora Luca Pastorino, risponde: «Ha detto bugie. Nel programma parla di cemento zero mentre come sindaco ha cementificato Bogliasco e nelle sue due giunte aveva la possibilità di bloccare quei lavori». Pastorino smentisce con durezza. Lei chiarisce che «il nemico non è lui. I nemici sono Toti, anche se Forza Italia è un partito ormai morto, e soprattutto Paita che rappresenta la continuità totale con il burlandismo. È ora di invertire la tendenza che ha portato al dissesto di questa regione». Nel programma, Salvatore mette al primo posto «la manutenzione dei rivi in vista delle prossime alluvioni anzitutto attraverso la pulizia dei fiumi e delle aree boschive dell’entroterra». Poi «la programmazione di tutto quello che serve per il territorio, dallo stop al consumo di suolo e alle grandi opere a un rilancio del settore edilizio attraverso un progetto di riqualificazione del patrimonio immobiliare a partire da quello pubblico».

Ancora: «investimenti nella sanità ma taglio dei costi a partire da quelli per i dirigenti, più investimenti nel turismo mettendo in rete le diverse realtà della costa e dell’entroterra» e «più finanziamenti per la ricerca e per la cultura». E proprio con una citazione risponde a chi la accusa di essere il prototipo della grillina addestrata alle risposte preparate a tavolino, senza emozioni: «Parafrasando Tennyson», dice, «ho la forza di dieci uomini perché il mio cuore è puro».