Trentamila studenti sono scesi ieri nel centro di Atene per gridare contro il disegno di legge che per la prima volta nella storia della Repubblica istituisce le università private nel Paese. La legge è passata in tarda serata con i voti di Nea Dimokratia. Il grande corteo, che ha riempito piazza Syntagma, è stato spezzato dagli scontri con la polizia avvenuti davanti alla sede del parlamento. Gli agenti schierati davanti al parlamento in tenuta antisommossa hanno caricato la folla con i manganelli e hanno usato granate stordenti e fumogeni per disperdere il corteo; poco dopo alcuni manifestanti hanno risposto con il lancio di molotov.

Otto studenti hanno riportato ferite alle mani e alla testa e sono stati trasportati in ambulanza presso l’ospedale Giorgos Gennimatas di Atene, dove sono stati sottoposti agli esami radiologici ma non si trovano in condizioni di pericolo. «Istruzione libera per tutti» hanno scandito i manifestanti, mostrando davanti al parlamento le immagini del premier Mitsotakis vestito da bandito. Alla protesta degli universitari si sono uniti anche i movimenti femministi scesi in piazza per manifestare nella giornata internazionale della donna.

«Più di 40mila greci studiano all’estero: il nostro obiettivo è consentire ai giovani di frequentare le filiali di rinomate università internazionali senza la necessità di lasciare la loro patria», ha affermato Mitsotakis, intervenendo in aula tra le proteste dell’opposizione. «Volete istituire università private solo per permettere ai vostri amici e ad alcuni fondi e università di trarre profitto», ha rilanciato il portavoce del gruppo parlamentare di Syriza, Sokratis Famellos, ricordando che la Grecia ha speso solo il 7% del suo bilancio pubblico per l’istruzione, una cifra al di sotto della media dell’Unione europea che investe il 9%.