A Bari, come previsto, non c’è il lieto fine per il centrosinistra. Dopo due settimane di passione, seguite allo stop alle primarie voluto da Conte dopo una ridda di inchieste che hanno portateo alle dimissioni di una assessora regionale, i due sfidanti Vito Leccese e Michele Laforgia hanno deciso di correre divisi. Il primo sostenuto dal Pd, Verdi e Azione, il secondo dal M5S e da alcuni gruppi civici.

Ieri l’ultimo incontro tra i due candidati, che ha prodotto una sorta di gentlemen agreement: si sono promessi di allearsi in caso di ballottaggio contro il leghista Vito Romito. «Non vi è altro modo, a questo punto – hanno detto in una nota congiunta – per mobilitare nella sfida elettorale l’intero fronte democratico e progressista impegnato, da mesi, a sostegno dell’uno e dell’altro». Laforgia e Leccese hanno poi precisato che «il dialogo fra noi non si è mai interrotto. In queste settimane abbiamo cercato una soluzione che potesse fare sintesi ma non è stato possibile e occorre prenderne atto, senza alimentare inutili recriminazioni e ponendo fine a tutte le polemiche». Divisi ma non nemici, dunque, almeno nelle intenzioni: «Nelle prossime ore – hanno riferito – proporremo alle forze politiche che ci sostengono un patto che preveda l’impegno comune a garantire la trasparenza di tutte le liste, il sostegno reciproco in caso di ballottaggio e, qualora uno fra noi venga eletto sindaco, la disponibilità a costruire una squadra di governo che valorizzi le competenze di entrambi gli schieramenti».

Nella dichiarazione comune non mancano gli elementi di sintonia: «Vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante, priva di argomenti, retrograda in materia di diritti, giustizia sociale e ambientale. Una destra a trazione leghista che, con lo scellerato progetto di autonomia differenziata, mortifica il sud». «Appoggiamo questa proposta dei candidati», dice Conte, responsabile anche del fallimento del tentativo unitario di Sinistra italiana col candidato Nicola Colaianni. E ora Si non è più sicura di sostenere un Laforgia targato 5S.

Resta in bilico il rimpasto nella giunta regionale di Michele Emiliano, fortemente volutyo da Schlein. Il governatore pensa a 4 new entry, ma ancora i nomi di queste «altissime figure» non sono stati individuati. Rischia il titolare della sanità, l’ex Fi Rocco Palese. Dopo l’addio dei 4 esponenti dei 5S, la maggioranza ieri ha perso un altro consigliere, l’ex capogruppo della civica “Con” Giuseppe Tupputi.