«Non ci sono impresentabili nelle liste del Pd». Matteo Renzi era stato categorico. Poche ore e viene fuori che l’«impresentabile» è il candidato governatore campano Vincenzo De Luca. Ieri mattina la lista stilata dalla commissione antimafia è stata consegnata alla stampa, ai quattro candidati pugliesi già noti si sono aggiunti i 12 della Campania: il centrodestra stravince con nove posizioni contro tre ma è De Luca che catalizza l’attenzione. Si tratta del processo relativo alla riconversione dell’area Ideal Standard in parco marino nel 1998: l’ex sindaco di Salerno venne accusato di concussione continuata, abuso d’ufficio, truffa aggravata, associazione per delinquere, ha rinunciato alla prescrizione dei delitti per i quali era maturata. Secondo l’accusa, avrebbe sollecitato la richiesta di cassa integrazione per circa 250 operai Ideal Standard, in assenza dei presupposti di legge, e avrebbe chiesto gli oneri di urbanizzazione («calcolati dall’ufficio tecnico» si difende De Luca) agli imprenditori interessati al parco marino.

L’ex sindaco, furibondo, ieri annunciava querela nei confronti della presidente della commissione antimafia, Rosi Bindi, sfidandola a un dibattito pubblico «entro la mattinata di domani» perché l’unica impresentabile è lei. Pia donna di potere, ha utilizzato fra i suoi sponsor politici uno dei peggiori esponenti della clientela politica in Campania, massimo produttore del debito sanitario». Il riferimento è ad Angelo Montemarano, oggi alla guida dell’Arsan e alleato del governatore uscente Stefano Caldoro, ma ex assessore bassoliniano alla Sanità (quello del maxibuco nei conti) imposto da Ciriaco De Mita. Montemarano all’epoca era il riferimento dell’area Bindi: una foto del 2014 testimonia degli ottimi rapporti tuttora in corso. «Sono orgoglioso di aver preso decisioni urbanistiche per salvare 250 lavoratori – ha aggiunto De Luca – e rifarei tutto come 17 anni fa. Gli atti amministrativi in questione sono stati sollecitati dal prefetto dell’epoca e dalle organizzazioni sindacali».

Nel centrosinistra altri due segnalati. In lista c’era anche Biagio Iacolare dell’Udc, ma il nome è stato depennato (dopo averlo dato alla stampa) dopo che il suo legale ha chiarito: «La sentenza di proscioglimento per prescrizione emessa dal gup del Tribunale di Napoli è stata annullata senza rinvio ’perché il fatto non è previsto dalla legge come reato’». Il vicepresidente del Consiglio regionale uscente è finito nel mirino della Dda per affari con le ditte edili legate al clan Polverino di Pianura. Domenico Elefante si presenta con Centro Democratico-Scelta Civica: condannato in primo e secondo grado a Napoli per concussione, la cassazione ha dichiarato prescritto il reato. La causa riguarderebbe la costruzione di una rampa per disabili. Consigliere comunale di Santa Maria la Carità, è il leader locale dei comitati contro gli abbattimenti delle case abusive. Carmela Grimaldi è in Campania in rete: assolta «perché il fatto non sussiste» dal tribunale di Nocera Inferiore per concorso esterno in associazione mafiosa, fu inquisita in qualità di assistente sociale per aver assistito la moglie di un boss. Anche lei ha annunciato querela alla Bindi.

Caldoro insiste su De Luca ineleggibile più che impresentabile, ma non si turba per i nove nelle liste a suo sostegno. In Forza Italia, si segnalano Antonio Ambrosio, che ha patteggiato due anni per concussione, in corso un altro procedimento per tentata concussione. Due volte sindaco di San Giuseppe Vesuviano negli anni in cui il consiglio comunale fu sciolto per infiltrazioni camorristiche, l’ultima nel 2009 perciò alle scorse regionale fu «incandidabile». Sua collega di partito, Sandra Lonardo moglie di Clemente Mastella: a suo carico un procedimento per concussione. Due i processi famosi a carico della coppia: uno per le assunzioni all’Arpac (assolti), l’altro per tentate pressioni sul manager dell’ospedale di Caserta per ottenere la nomina di tre primari.

Nelle file di Fratelli d’Italia Luciano Passariello: rinviato a giudizio per «impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita». E’ indagato dalla Dda di Cagliari perché avrebbe fatto da intermediario dei Caselesi nell’acquisto di un complesso turistico a Villasimius. Ancora in Fdi, Alberico Gambino: condannato in primo grado per concussione e violenza privata. Ex sindaco di Pagani, alle scorse regionali nel Pdl collezionò 28mila preferenze. Lanciato verso la politica nazionale, fu arrestato per collusioni col clan Frezza-Petrosino.

Nella lista Caldoro presidente Sergio Nappi, rinviato a giudizio per tentata concussione in qualità di sindaco di Monteforte Irpino. Nel 2013 è finito agli arresti domiciliari con accuse di truffa nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo dei fondi del consiglio regionale. A carico di Fernando Errico, Ncd, risultano un paio di procedimenti per concussione, coinvolto nelle inchieste che nel 2008 decapitarono l’Udeur.

In tre con Popolari per l’Italia. Francesco Plaitano è accusato di aver avuto un «ruolo direttivo in associazione mafiosa» ma ha anche una condanna in primo grado per estorsione. Esponente del Pri, ex consigliere comunale a San Mango Piemonte, è stato coinvolto nel blitz «Nerone» con cui la Dda sgominò l’organizzazione camorristica del boss Raffaele Viviani.

Ancora i clan sbucano dalla biografia di Antonio Scalzone, che si è dovuto ritirare dalle elezioni regionali. Due volte sindaco di Castel Volturno, la prima volta il comune venne sciolto per associazione camorristica, rieletto, è stato indagato di nuovo. Raffaele Viscardi è stato coinvolto in una mega inchiesta a San Marzano sul Sarno per abusi edilizi, violazioni urbanistiche, concussione e false attestazioni.