Bufera sull’ex sindaco di Londra Ken Livingstone sospeso dal Labour con l’accusa di antesemitismo.
Motivo scatenante, l’intervento di Ken «il rosso» in difesa di una giovane deputata laburista, Naz Shah, a sua volta sospesa mercoledì per aver auspicato, via Facebook, il trasferimento di massa degli israeliani negli Usa per risolvere il conflitto in Medio Oriente. Dopo la sospensione la parlamentare si è anche scusata, ma Livingstone ha preso comunque le sue difese negando che le sue parole fossero prova di antisemitismo e negando che ci sia antisemitismo nel partito. «Dobbiamo ricordare che Hitler era un sostenitore del sionismo, prima dell’Olocausto», ha detto scatenando le polemiche per poi sostenere ai microfoni dalla Bbc: «Se critico la politica di Israele, non sono antisemita, così come se critico la corruzione del Sudafrica, non sono razzista».
Troppo per Jeremy Corbyn, suo compagno di lotte per anni: il Labour «si oppone totalmente all’antisemitismo», ha detto il segretario promettendo «tolleranza zero» ma specificando che non c’è un problema di antisemitismo nel partito, come si è affrettato a rinfacciargli il premier Cameron. Il futuro di Livingstone nel Labour verrà discusso dagli organi direttivi del partito. Intanto nel giro di un’ora dalla «frase shock» gli è stata ritirata d’autorità la tessera dopo decenni di militanza ed è stato autorizzato l’avvio di un’azione disciplinare: imputazione, «aver gettato discredito sul Labour».