Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha nominato ieri pomeriggio António Guterres segretario generale dell’Onu, la prossima settimana, salvo colpi di scena dell’ultima ora, ci dovrebbe essere la ratifica da parte dell’Assemblea Generale.

Una carriera politica lunghissima quella di Guterres e tutta all’insegna della mediazione. È deputato socialista fin dagli albori della restaurata democrazia (1976), partito del quale diventa segretario nel 1992.

Da quell’incarico – scrivono i politologi Marina Costa Lobo e Pedro Magalhães in un testo di qualche anno fa (The Portuguese Socialists and the Third Way – 2001) – ridefinisce le linee del partito portandole prossime, anche se non del tutto congruenti, a quelle della “terza via” caratterizzanti le sinistre negli anni novanta. Nel 1995 vince le elezioni, anche se non riesce a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi, quanto basta però per mettere fine a più di un decennio del premierato di destra di Aníbal Cavaco Silva.

Le linee guida sono: da un lato meno centralità alla redistribuzione del reddito – infatti duranti gli anni del guterrismo la disuguaglianza misurata dall’indice di Gini non subisce una decrescita sostanziale – e dall’altro più attenzione alle politiche di welfare, educazione e, soprattutto, il grande cavallo di battaglia, il Rendimento Minimo Garantido.

Sono anni di buona crescita economica, in media intorno al 3% medio annuo. Così come negli altri paesi europei a guida socialista, il governo Ps promuove una grande onda di privatizzazioni volte a finanziare e colmare il deficit di bilancio e, contemporaneamente, a raggiungere e rispettare gli obiettivi necessari per entrare nella moneta unica.

Nell’idea del neo-segretario delle Nazioni Unite lo stato deve limitare il suo intervento nell’economia alla semplice funzione di regolamentazione e di sostegno sociale. Così le privatizzazioni sono state accompagnate – anche grazie all’appoggio parlamentare del Bloco de Esquerda – da un incremento delle politiche di welfare.

Guterres è cattolico praticante e da cattolico si è dichiarato, in contrasto con parte del suo partito, contrario alla depenalizzazione dell’aborto, introdotta in Portogallo soltanto nel 2007, durante il governo di un altro socialista: José Socrates. Decisamente più liberale è stato l’atteggiamento nei confronti dell’uso delle droghe. È del 2001 la legge che depenalizza l’uso delle sostanze stupefacenti e adotta una serie di misure volte a mettere fine a quella che, in quel periodo, si presentava come una vera e propria pandemia. Un modello di lotta alle tossicodipendenze diventato oggi uno dei punti di riferimento a livello internazionale.

Dopo la sconfitta elettorale nelle amministrative del 2001 Guterres lascia il governo e nel 2005 è eletto Alto Commissario per i Rifugiati dell’Onu.

Nel “Vision statement”, proposto per la candidatura a segretario generale dell’Onu, Guterres considera cruciale il rafforzamento delle relazioni internazionali all’interno di un mondo multilaterale e nel quale il multilateralismo deve diventare la risposta all’intolleranza, all’estremismo violento e alla radicalizzazione. Ritorna, come elemento portante di quasi 4 decenni di carriera politica, l’idea di inclusione come forma di promuovere tolleranza e pace.

Catarina Martins, portavoce del Bloco de Esquerda, sottolinea come in questo caso l’Onu abbia saputo resistere a manovre dell’ultim’ora, riferendosi, con ogni probabilità, alla candidatura della bulgara Kristalina Georgieva promossa da Berlino. Una sconfitta, scrive il Diario de Noticias, che è direttamente ascrivibile ad Angela Merkel che avrebbe voluto una figura proveniente dall’est europeo