La seconda giornata del Sei Nazioni ci consegna un’Irlanda capolista a punteggio pieno, in corsa per un secondo grande slam consecutivo. I ragazzi in maglia verde hanno dominato l’Italia con il punteggio di 36 a 0 segnando sei mete (5’ Crowley, 24’ Sheehan, 37’ Conan, 50’ Sheehan, 62’ Lowe, 78’ Nash) e hanno incamerato anche il punto di bonus. Ci sono altre cifre che quantificano la forza irlandese di questi primi due turni: 11 mete fatte, 2 subite, 74 punti contro 17. Un rullo compressore.Il 9 marzo prossimo, quarta giornata del torneo, gli irlandesi saranno al Twickenham e sarà probabilmente la sfida in trasferta contro il XV della Rosa a decidere le sorti del torneo. Fin da ora appare però abbastanza evidente come la squadra di Andy Farrell sia al di sopra delle sue avversarie: nessuna delle contendenti ha finora fatto vedere un gioco di qualità e una solidità paragonabili a quelle esibite dai campioni in carica.

PER L’ITALIA ieri ben poco ha funzionato. Non la capacità di esprimere un gioco avanzante, non le opzioni di gioco. Per misurarsi con l’Irlanda, se non alla pari almeno in condizioni di non manifesta inferiorità, bisogna saper fare molte cose e a Dublino di queste cose se ne sono viste troppo poche. Su questo punto Gonzalo Quesada è stato piuttosto lapidario: “Siamo stati molto lontani da ciò che vogliamo fare. Troppo passivi in difesa, nessuna pressione sul loro attacco. E quando abbiamo avuto la palla in mano non siamo mai andati oltre le due fasi di gioco”. Analisi inappuntabile. L’impegno, bisogna dirlo, era terribile. L’Irlanda è una squadra che non dà tregua, la sua pressione è asfissiante, e ha perso una sola partita delle ultime 20 disputate. E’ potente, organizzata, esprime un gioco molto articolato che è difficile arginare se non aggredendola, ma aggredire quei colossi che a ogni impatto vanno oltre, che tessono un reticolo di passaggi che li porta sempre a trovare spazi vuoti, non è cosa facile.

A CEDERE sono state da subito le piattaforme del gioco degli azzurri. La mischia è andata sotto, poi è collassata la touche (5 rimesse perse su 13) e a quel punto l’Irlanda ha potuto giocare in tranquillità. Le statistiche sono eloquenti: gli azzurri hanno dovuto effettuare 209 placcaggi, gli avversari soltanto 91, e la percentuale del possesso palla è del 37% contro il 63. L’Italia ha avuto una sola possibilità di marcare punti, un calcio di punizione dopo 4 minuti che Paolo Garbisi ha mandato fuori, ingannato dal vento che soffiava di traverso, da lì in poi null’altro, mai un ingresso nei 22 metri avversari, sempre a difendere, sempre con l’acqua alla gola, quindici uomini frastornati e disorientati. A nulla è valsa la buona volontà e la voglia di combattere: con l’Irlanda serve ben altro. Partita crudele. Andy Farrell, il coach dell’Irlanda, ha scelto di schierare una formazione che faceva a meno di alcuni titolari (Van der Flier, Gibson-Park, Beirne, Furlong e Aki) ben sapendo che la sua è una panchina di tale qualità da poter rinunciare senza patemi ai titolari. Panchinari con la voglia di far bene, di guadagnarsi altre chances perché la competizione per quella maglia verde è feroce. Chi potrà battere questa squadra? La domanda è lecita.

SABATO si sono giocate Scozia-Francia (16 a 20) e Inghilterra-Galles (16 a 14). Gli scozzesi passeranno l’intera settimana a recriminare su una meta (non meta per l’arbitro australiano Nic Berry, non evidente per il TMO) non assegnata a tempo ormai scaduto. Una meta che li avrebbe riportati avanti nel punteggio. Dovranno però incolpare innanzitutto loro stessi e la loro condotta di gara sciagurata, la non capacità di gestire un vantaggio che al 70’ li vedeva ancora avanti di 6 punti e, forse, anche la mancanza di una chiara leadership in campo. Un finale da brividi per una partita fin lì piuttosto brutta.

L’Inghilterra è invece riuscita a riportare la sua seconda vittoria contro il Galles. Lo ha fatto alla sua maniera, mettendo sul piatto la sua esperienza, il suo senso pratico, le opzioni di gioco a essa più congeniali, a cominciare dal gioco tattico al piede ben orchestrato dalla coppia Ford-Mitchell e la forza del suo pacchetto di mischia Il Galles ha pagato la propria inesperienza e il non aver sfruttato alcune occasioni irripetibili, come quando si è trovato con due uomini in più nei primi minuti e anziché allungare il punteggio ha subito una imperdonabile meta di Earl.

Classifica: Irlanda 10; Inghilterra 8; Scozia 5; Francia 4; Galles 3; Italia 1.