«Dico ai romani: pagatevi il lusso di avere i radicali al governo, votateli, perché sono una garanzia di buon governo. Due consiglieri regionali radicali nel Lazio fecero esplodere il caso Fiorito; c’è stato un radicale in Campidoglio ed è venuta fuori la questione della gestione delle gare di appalto che poi ha portato a Mafia Capitale. A Milano c’è stata la storia di Formigoni o Firmigoni e così via». È Emma Bonino la madrina speciale delle liste radicali che verranno presentate a Roma e Milano. Ieri il lancio in una conferenza stampa nella sede di Torre Argentina, trasmessa in diretta dalla Radio della casa.

C’è anche un nuovo simbolo, un arcobaleno sotto la scritta «radicali» ma anche «federalisti, laici, ecologisti». Rottamati gli altri. Stessa operazione di apertura ma in due modalità diverse nelle due città. A Roma Riccardo Magi sarà a capo di una lista in appoggio a Roberto Giachetti.

«La nostra interlocuzione politica è con lui, non con il Pd. Rispetto al Pd c’è un problema di biografie politiche, ma anche un problema derivante dal consociativismo sfrenato di cui sono stati coprotagonisti in questi anni». Giachetti, spiega il consigliere meno amato dalla banda di Mafia Capitale (indimenticabili le ripetute intercettazioni in cui Salvatore Buzi dice ai suoi interlocutori: «Il problema è che Magi»). Giachetti, «per la sua storia radicale» per Magi e Bonino è «il più attrezzato a cogliere gli elementi di discontinuità che noi proponiamo». Quasi tutti indigeribili però per il Pd, a partire dal referendum sulle Olimpiadi, avversato dai dem.

I radicali rinunceranno? «Mancherebbe, ormai abbia presentato le mille firme necessarie per far esaminare il quesito alla commissione, che deve pronunciarsi entro il 20 aprile. E se tutto va bene, i romani potranno dire la loro. A Giachetti faremo cambiare idea, per la mobilitazione nella città sarà un bene».
Diverso il caso milanese. Marco Cappato, consigliere comunale uscente, si candida a sindaco per «il sabotaggio dei quattro referendum propositivi vincolanti per la città». Passati 275 giorni dal deposito delle prime mille firme, ora per Cappato siamo «di fronte alla violazione dello Statuto e all’inerzia del potere politico. Faremo del voto occasione di lotta per difendere i diritti civili e politici dei milanesi».

All’occhio allenato alle differenze di casa radicale balza all’evidenza che l’operazione «liste» viene lanciata dai Radicali italiani e da Bonino, e cioè dall’area della galassia meno vicina – per usare un eufemismo – a Marco Pannella. L’aria è quella della rottura. Il vecchio leader da settimane si è ritirato a casa sua, a Roma, e lì riceve compagni, amici ed ospiti.

Difficile che le comunali non siano l’occasione di nuove divisioni a Torre Argentina, tanto più dopo i molti mesi di gelo fra il vecchio leone e Bonino? «Nei mesi scorsi ho discusso con Marco della possibilità di presentarci alle comunali, cosa non scontata nella storia radicale», spiega Magi. «Le nostre liste sono aperte, come sempre. Alle personalità della società civile che in queste ore stanno accettando di stare con noi. Tanto più aperte a tutti i radicali che accetteranno di impegnarsi in questo progetto».