Ci sono volute sei ore per sgomberare l’occupazione di Mura di Porta Galliera, a poche centinaia di metri dalla stazione centrale di Bologna. Famiglie, single, anziani, bambini. Negli ultimi due anni lo stabile occupato dal collettivo Social Log ha accolto una sessantina di persone senza casa o sotto sfratto, quasi tutte travolte dall’onda lunga di una crisi che continua a falciare prima di tutto chi non è nato in Italia e non ha una rete di supporto in grado di sostenerlo quando sparisce il lavoro e arriva lo sfratto esecutivo.

Alla fine gli agenti della questura, aiutati dai pompieri, sono riusciti ad avere la meglio sulle barricate artigianali erette dagli occupanti, e visto che non è bastato, sono entrati nello stabile anche dal quarto piano, di fatto mettendo fine al tentativo di resistenza. Per almeno tre ore gli occupanti – e tra loro anche tre donne in gravidanza e 18 minori – sono rimasti senz’acqua perché a inizio sgombero i tubi sono stati chiusi. «Nemmeno in un assedio medievale», ha urlato un attivista sotto il sole di quella che potrebbe essere ricordata come la giornata più calda dell’anno a Bologna. Il piccolo presidio creatosi fuori dallo stabile, bottiglie alla mano, ha prima chiesto di poter rifornire d’acqua gli occupanti resistenti, poi ha tentato di fare da sé.

Il risultato, per tre volte di seguito: lanci d’acqua e bottiglie contro gli agenti (e qualche calcio), manganellate contro i manifestanti. A sgombero ultimato, fino alle cinque del pomeriggio sono rimaste in strada le mamme con i passeggini e i bimbi più grandi con i loro giochi, chi in braccio al papà e chi addormentato sull’asfalto. Le famiglie, tutte prese in carico dai servizi sociali del Comune, si sono ritrovate con in mano un pezzo di carta con scritto in quale albergo passare la prima notte. I single invece hanno dovuto mettersi in fila per un posto nei dormitori cittadini.

Lo sgombero arriva pochi giorni dopo l’annuncio della nuova giunta Merola bis, appena insediata dopo la vittoria al ballottaggio del sindaco dem sulla leghista Borgonzoni. Sull’occupazione pendeva il sequestro disposto dal Tribunale del riesame a ottobre, che si pronunciò dopo un ricorso della procura che su questi temi, da tempo, è attivissima. In seguito a un esposto di alcuni residenti anche il sindaco risponde di omissione di atti d’ufficio per mancata tempestiva liberazione dell’immobile. Si vedrà se i pm decideranno per l’archiviazione o per il rinvio a giudizio.

«Questa amministrazione interviene immediatamente per proteggere tutte le persone in condizioni di difficoltà e disagio – ha dichiarato Merola -In questo caso il ripristino della legalità si è accompagnato a un intervento teso a tutelare l’incolumità delle famiglie presenti nello stabile dichiarato inagibile». Resta il fatto che con la nuova giunta l’era dell’ex assessore al welfare Frascaroli, fatta di trattative con i collettivi, sembra archiviata.

Il nuovo assessore alla casa Virginia Gieri, renziana doc, per l’intera giornata ha lasciato parlare i comunicati stampa del Comune, mentre l’assessore al welfare Luca Rizzo Nervo alla domanda su una futura interlocuzione politica con gli occupanti ha risposto così: «Noi ci occupiamo delle persone in difficoltà».