Donald Trump ha convocato una conferenza stampa a New York per dare al mondo una comunicazione importante, e così è stato, in quanto ha affermato davanti alla stampa che il presidente Barack Obama è effettivamente nato negli Stati Uniti e non altrove, come lo steso Trump ha sostenuto per anni, chiedendo che Obama mostrasse il proprio certificato d nascita e poi affermando che fosse falso.

In un tweet dei primi di settembre 2014 The Donald ha pubblicamente chiesto agli «hackers» di impossessarsi del certificato presentato da Obama per l’iscrizione universitaria e renderlo pubblico, dimostrando in una mossa sola di non sapere né perdere, né cosa sia davvero un hacker.

Questa conferenza stampa, allo scadere del secondo mandato del presidente, serviva per affermare che Obama è americano senza però porgere alcuna scusa per i dubbi alimentati per anni. Non basta: Trump, da consumato «venditore di auto usate», ha magicamente trasformato questa conferenza stampa in una telepromozione del suo hotel, gratuitamente e a reti unificate. «Questa è la nostra sala da ballo nuova di zecca – ha esordito, circondato da veterani di guerra – se ne vede solo una piccola parte. Ci sarà l’inaugurazione in ottobre e sarà qualcosa di molto speciale.

È un tale onore avere qui il nostro primo evento». L’evento, bene inteso, era la consegna delle Medal of Honor, la medaglia al valore i cui vincitori erano in piedi dietrodi lui, che infatti si è interrotto per girarsi e stringere loro la mano prima di continuare a tessere lodi del suo albergo, ricavato dal vecchio ufficio postale di Washington.

«È un onore ospitare questa particolare cerimonia, penso che quando l’albergo aprirà sarà uno dei più grandi del mondo e voglio ringraziare tutti, perché tutti sono stati spettacolari – ha ripreso a dire Trump – tutti i lavoratori, le persone impiegate nella costruzione, i gestori, il personale dell’hotel; è incredibile quanto bene il nostro paese possa fare quando ha voglia di farlo. Abbiamo messo in campo un’enorme quantità di lavoro, energia e denaro, e credo davvero, che questo sarà il miglior hotel di Washington».

In realtà l’hotel è stato coinvolto in più di una polemica da quando Trump ha lanciato la propria candidatura presidenziale durante lo scorso anno, ed è costato 200 milioni di dollari solo per i restauri. Diversi chef che avevano pensato di aprire i loro ristoranti all’interno del lussuoso edificio, hanno di recente ritirato i progetti a causa dei commenti di Trump sugli immigrati messicani, visto che le cucine americane sono praticamente mandate avanti esclusivamente da personale proveniente dal Messico. Il miliardario candidato è stato anche coinvolto, tramite il suo team aziendale, in una battaglia legale con la città di Washington a proposito della contribuzione fiscale.