Chiunque abbia avuto modo di vedere la muscolatura delle cosce di Javier Zanetti non può non essere rimasto stupito dalle dimensioni, comprendendo immediatamente perché sia stato soprannominato el tractor. Ma non è sempre stato così, anzi, da ragazzino lo avevano scartato per il calcio perché troppo gracile e mingherlino. Avevano fatto i conti senza la volontà di Javier. Testardo, cocciuto, volitivo e soprattutto sgobbone, disposto a modificare in meglio quello che la natura sembrava avergli fornito sotto standard. È una delle cose che si scoprono in Zanetti Story, il documentario dedicato al leggendario ex capitano dell’Inter ora vicepresidente. Documentario che Nexo digital presenta questa sera alle 20.30 con replica alle 22,45 (per i numerosi esauriti dello spettacolo unico) in moltissime sale italiane (elenco completo sul sito www.nexodigital.it).

Diretto da Carlo Sigon e Simone Scafidi la ricostruzione della biografia di Javier segue lo schema classico delle interviste e delle immagini di repertorio, il padre muratore, la povertà, il lavoro infantile e quella caparbietà che lo ha contraddistinto da sempre unito a un’etica inattaccabile. C’è solo una forzatura l’invenzione di uno scrittore argentino Albino Guaron, cieco come Borges, appassionato di calcio come Soriano cui è affidato il compito di magnificare Zanetti. Ma, essendo farlocco lo scrittore suona tutto un po’ forzato.

In compenso ci sono materiali curiosi come una singolare e inaspettata lite tra Zanetti e Hodgson per una sostituzione incompresa, e la commozione imprevedibile di Josè Mourinho quando rievoca il triplete e soprattutto la Champions come sogno a lungo accarezzato divenuto realtà. Buffi poi alcuni siparietti con Mazzola che afferma come Zanetti sia stato acquistato come «giunta» all’attaccante Rambert, mentre Moratti dichiara come fosse proprio Javier l’obiettivo, osservato e apprezzato in un video. Ecco poi la carrellata di tifosi nerazzurri eccellenti: Lerner, Serra, Severgnini, Fiorello, niente Riotta, suo biografo, piuttosto rituali anche le dichiarazioni dei colleghi da Messi e Baggio a Cambiasso e Cordoba.

Spazio anche alla fondazione Pupi (altro soprannome di Javier) che si occupa molto attivamente in Argentina di problematiche infantili, alla moglie Paula, conosciuta da adolescente e sempre al suo fianco. Inevitabile che in questi casi esca un po’ il santino, l’agiografia per mettere sul piedistallo una figura già gigantesca per meriti sportivi e umani. Va detto però che, se qualcuno nel mondo del calcio contemporaneo merita questo trattamento è sicuramente Zanetti: straniero con maggior numero di presenza in seria A (618), più presenze nella storia dell’Inter (858), capitano interista con più presenze in Champions (82), maggior numero di partite consecutive giocate (137), ha vinto 5 scudetti, 4 coppe Italia, 4 supercoppe, una Uefa. una Champions e una Coppa del mondo per club. Ha giocato con la nazionale argentina 145 volte. Record. Non male per un mingherlino che non aveva il fisico per fare il calciatore. Però aveva la testa.