Joe Biden ha vinto le primarie democratiche del Michigan, battendo avversari praticamente invisibili, il deputato Dean Phillips e la scrittrice Marianne Williamson, ma ha dovuto confrontarsi con una sfida nuova, la crescente opposizione al sostegno incondizionato della Casa Bianca a Israele, con campagne come “Listen to Michigan” e “Abandon Biden”, guidate principalmente dalla deputata socialista palestinese-americana Rashida Tlaib, che hanno spinto gli elettori del Michigan, in particolare gli arabi americani, a  votare “uncommitted”, non impegnato, e una percentuale non ignorabile di elettori lo ha fatto.

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Si parla di circa 100mila democratici, circa il 14% degli elettori delle primarie, che votando “uncommitted”, ha lanciato a Biden un messaggio forte e non ignorabile: cambiare rotta o perdere voti alle elezioni generali.

L’obiettivo della campagna era raccogliere più di 10.000 voti, approssimativamente il margine con cui l’ex presidente Donald Trump ha sconfitto Hillary Clinton nel 2016, quando l’affluenza alle urne è diminuita rispetto alla rielezione dell’ex presidente Barack Obama quattro anni prima.

Nel 2020 Biden ha vinto in Michigan per poco più di 150.000 voti, e gli organizzatori della campagna Listen to Michigan affermano che la rabbia e il dolore causati dalla posizione degli Stati Uniti sulla guerra a Gaza potranno solo crescere.

Se i democratici non cambieranno rotta, l’astensione di questa fascia di elettorato potrebbe diventare un vero problema nel voto di novembre.

E il problema potrebbe non fermarsi al voto arabo americano: l’opposizione alla gestione di Gaza da parte di Biden si sta diffondendo oltre gli elettori arabi e musulmani, un sondaggio del New York Times/Siena pubblicato a dicembre, ha segnalato che Biden ha anche la disapprovazione degli elettori democratici sotto i 30 anni, che per questa ragione a novembre potrebbero decidere di non votare.

Se questo dovesse accadere sarebbe un bel problema per i democratici, visto che l’elettorato giovane avrà un ruolo cruciale nelle elezioni del 2024: secondo il Center for Information & Research on Civic Learning and Engagement della Tufts University, nelle elezioni di metà mandato del 2022, il Michigan ha registrato l’affluenza alle urne più alta di qualsiasi stato tra gli elettori sotto i 30 anni.

Se Biden dovesse alienarsi oltre al voto arabo americano anche quello giovane, in uno stato in bilico come il Michigan dove si vince per poche migliaia di voti, avrebbe seri problemi ad essere rieletto.

Di certo il voto in Michigan ha mostrato che una fascia di elettori democratici è consapevole del proprio potere politico, che è intenzionata a usarlo come un megafono per amplificare la propria voce e non essere ignorata.

foto di Abbas Alawich
Abbas Alawich in un comizio per l’astensione alle primarie democratiche per protesta al sostegno di Joe Biden a Israele, foto Carlos Osorio /Ap

“La nostra speranza è che si arrivi al cessate il fuoco che aspettiamo da tempo venga fatto il prima possibile – ha detto il portavoce di Listen to Michigan e stratega democratico Abbas Alawieh in una dichiarazione alla National Public Radio – Ma l’obiettivo della campagna rimane che il presidente Biden chieda pubblicamente un cessate il fuoco permanente e che smetta di inviare aiuti a Israele”.

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Il deputato del Michigan Alabas Farhat, che ha esortato i suoi elettori a votare “uncommitted“ alle primarie, è stato ancora più chiaro, e ha dichiarato alla Cnn: “Non vogliamo vedere Trump tornare al Casa Bianca. Sappiamo quale pericolo rappresenta per la nostra democrazia. Sappiamo che cosa  rappresenta una minaccia per le nostre istituzioni. Quello che abbiamo fatto oggi è  stato lanciare un avviso e un appello”.