All’indomani del terremoto elettorale che aperto la terra sotto i piedi del Pp, tutti gli occhi sono puntati sul premier Mariano Rajoy. Per la prima volta, l’autoritaria leadership del presidente vacilla sotto le critiche dei baroni del suo stesso partito, che non hanno gradito la mancanza di autocritica di Rajoy nel vertice postelettorale di lunedì. Ad oggi, l’attuale primo ministro dovrebbe rinnovare la candidatura per le elezioni generali del prossimo autunno; ma quello che fino alla settimana scorsa era un dogma, è diventata ora una questione su cui si sta dibattendo.

Il clima nella sede popolare è da fine ciclo. Il primo a sbottare è stato Juan Vicente Herrera, il governatore uscente della regione della Castilla y León. Sulla possibile ricandidatura di Rajoy, Herrera è stato chiaro: «che si guardi allo specchio e decida da sé». Molto critica anche l’ex presidente aragonese, che ha toccato l’essenza politica della crisi dei popolari: «La sigla Pp – ha detto – provoca rifiuto. Oggi possiamo dire di essere la forza più votata, ma tra pochi giorni avremo una maggioranza di governi di sinistra».

Intanto il passaggio di testimoni nelle regioni che hanno cambiato di segno è iniziato: abbandona Alberto Fabra, ormai ex presidente della Comunidad Valenciana dopo il doppio manrovescio incassato dal Pp a Valencia. Temporeggia la numero due del partito, María Dolores de Cospedal, illustre sconfitta nella corsa per il governo della Castilla La Mancha, nella speranza che Podemos-Psoe buchino l’accordo.

Eventualità improbabile che salverebbe il Pp una delle situazioni più imbarazzanti e politicamente più indigeste dello scenario post-voto. Non si rassegna, invece, la candidata sindaco di Madrid Esperanza Aguirre, un’altra tra le vittime più illustri delle urne. Aguirre ha dichiarato che resterà alla presidenza del Pp madrileno, a meno di riuscire a strappare il municipio a Manuela Carmena. Le manovre in tal senso sono iniziate già ieri mattina: la lady di ferro spagnola ha proposto al candidato del Psoe Antonio Miguel Carmona una triplice alleanza con Ciudadanos per tagliare fuori il sindaco in pectore Manuela Carmena (Podemos). Un chiaro no è già arrivato da parte dei socialisti.

Anche a Barcellona sono iniziati i minuetti e Ada Colau dovrà ballare con gran parte dell’area progressista catalana per cercare di garantire governabilità ad un municipio estremamente frammentato: il piano prevede intese con il partito socialista, gli indipendentisti di Erc e la Cup. D’altra parte, le danze di corteggiamento si sono già aperte un po’ ovunque. E le debuttanti Podemos e Ciudadanos (C’s) dimostrano una certa ritrosia di maniera.

Per pattare, hanno imposto regole precise: Podemos esige tolleranza zero sulla corruzione e la sottoscrizione di un pacchetto di misure (da definirsi caso per caso), per la ridistribuzione della ricchezza. Lotta alla corruzione anche tra i requisiti di C’s, insieme a liste aperte, limite di 8 anni ai mandati, revoca dell’immunità. I socialisti – che hanno ovunque bisogno di Podemos per governare – si riuniranno venerdì per decidere la linea da seguire con le alleanze. Intanto il discorso critico sul partito di Pablo Iglesias si è stemperato, trasformandosi in una mano aperta su tutti i fronti. «Gli elettori hanno scelto la svolta progressista e il Psoe è un partito responsabile e con vocazione di governo», ha dichiarato il segretario generale Pedro Sánchez. Madrid – soprattutto municipio – sarà il banco di prova per le parole di Sánchez, anche se pure a livello regionale esiste un esiguo margine di manovra per puntare al governo.

Il candidato del Psoe alla Comunidad Gabilondo ha infatti intavolando laboriosi incontri per cercare un difficile patto tripartito con Podemos e Ciudadanos. L’obiettivo è quello di strappare in extremis la presidenza a Cristina Cifuentes del Pp, che ha un leggero vantaggio e potrebbe formare governo proprio con Ciudadanos, a cui ha già spalancato la porta. Occhi sulla capitale quindi, dove, come previsto, C’s e Psoe saranno decisivi: dalle loro mosse si ricaveranno preziose indicazioni sugli assetti che si definiranno nelle prossime settimane.