Uno stanziamento di 30 milioni di euro per la primissima emergenza, come risposta alle richieste pervenute da Regioni e Comuni nelle ultime 48 ore, soprattutto per lo sgombero della neve. È durato circa un’ora e mezza il consiglio dei ministri che ieri mattina ha varato le prime misure per fronteggiare le catastrofi causate in diverse parti del Paese dalle scosse di terremoto e dal maltempo. Si è avviata inoltre la discussione – ha fatto sapere Palazzo Chigi – su ulteriori provvedimenti per i quali potrebbero essere stanziati «alcuni miliardi, in aggiunta ai 4 già previsti nella legge di Bilancio».

Deciso anche lo stato di emergenza per l’Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, regioni particolarmente colpite dall’ultima tornata di maltempo: «In conseguenza degli eventi sismici dello scorso 18 gennaio e degli eccezionali fenomeni meteorologici che nella seconda decade di gennaio hanno colpito i territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato l’estensione degli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza adottata con la delibera del 25 agosto 2016», spiega una nota di Palazzo Chigi, che poi prosegue esponendo lo stanziamento dei 30 milioni, dedicati esclusivamente ai «primi urgenti interventi di soccorso legati alla fase di emergenza».

Lo stanziamento andrà a valere sulle disponibilità del Fondo per le Emergenze nazionali. Il Consiglio dei ministri ha inoltre analizzato le gravi conseguenze che gli stessi eventi sismici e meteorologici stanno determinando nel settore agricolo e in quello zootecnico, a sostegno dei quali «verranno disposti con la massima urgenza appositi interventi», dice ancora la nota del governo.

Quanto al tema più specifico dei danni causati dagli eventi sismici il governo ha allo studio un nuovo stanziamento di risorse per l’emergenza e la ricostruzione delle aree del centro Italia colpite a più riprese dal terremoto. I fondi potrebbero essere computati fuori dal patto di stabilità e dunque non impatterebbero sull’equilibrio dei conti. Nella legge di Bilancio sono già stati stanziati interventi che vengono stimati in un totale di sei miliardi, inclusi gli incentivi fiscali ai privati, per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici. Ma, secondo quanto emerso in Consiglio dei ministri, dovrebbero adesso aggiungersi ancora risorse per «alcuni miliardi».

Dunque in queste ore sono al vaglio degli uffici del ministero dell’Economia, in raccordo con gli altri ministeri e con Palazzo Chigi, le modalità e l’entità dell’intervento. Non si esclude che il «veicolo» su cui potranno essere messe le risorse possa essere un decreto contenente anche altre misure per lo sviluppo, ma al momento, sottolineano dal governo, ogni ipotesi è prematura.

Particolarmente colpite, oltre ovviamente alle popolazioni in generale, le categorie degli allevatori e coltivatori, che si dicono soddisfatte per i primi interventi di emergenza ma sollecitano misure per il comparto: «Facciamo affidamento – spiega l’Unione generale coltivatori – sugli ulteriori specifici interventi per il settore agricolo e zootecnico che il governo si è impegnato a predisporre». «Abbiamo già rappresentato l’urgenza di decisioni immediate – spiegano ancora i coltivatori – e queste sono arrivate compatibilmente con la necessità di raccogliere le istanze di tutte le Regioni colpite e, quindi, di avere un quadro della situazione più chiaro».

Secondo la Ugc, «ora si tratta di lavorare per avere in tempi strettissimi il quadro più preciso, almeno per l’emergenza, anche per tutte le aree del Sud Italia che, assieme al Centro già colpito dal sisma, sono interessate dalla straordinaria ondata di maltempo. Ribadiamo la necessità di semplificazione – conclude l’associazione – perché ai danni delle calamità non si sommino quelli della burocrazia come purtroppo molto spesso è successo».