«Non abbiamo paura di scioperare. Se queste avide corporations – che si tratti di Amazon, Netflix, Sony o Disney – scelgono di non riconoscere ai nostri membri ciò che gli spetta, sono loro stesse a decretare lo sciopero. Li metteremo in ginocchio a implorare pietà». Queste «parole forti» – appropriate per il contesto hollywoodiano – sono di Sean O’Brien, il presidente dell’International Brotherhood of the Teamsters, il sindacato statunitense degli autotrasportatori. La divisione cinema infatti – che riunisce gli autisti sui set, coloro che si occupano di trovare le location e varie altre professionalità – sta per iniziare la contrattazione con gli studios insieme allo Iatse – il sindacato dei tecnici e degli artigiani di cinema e teatro – e alla Hollywood Basic Crafts Union, l’organizzazione dei carpentieri.

I CONTRATTI triennali delle maestranze scadono il 31 luglio e i nodi da sciogliere sono diversi come ha dimostrato il convegno tenutosi domenica scorsa a Encino, Los Angeles, di fronte a duemila iscritti uniti dallo slogan «Many crafts, one fight». I toni di Matthew Loeb, presidente dello Iatse, sono stati più concilianti di quelli di Sean O’Brien, come riporta «Variety». In modo particolare rispetto all’intelligenza artificiale, una delle questioni che fu al centro del lungo sciopero di sceneggiatori e attori dell’estate scorsa. «I vantaggi che può portare l’IA devono alleggerire la pressione sui nostri posti di lavoro, in modo che noi possiamo goderci le nostre famiglie e le nostre vite, senza dover lavorare 80 ore a settimana – ha affermato Loeb – se una maggiore efficienza è possibile, dobbiamo beneficiarne noi e il nostro lavoro. E noi la useremo per fare meglio. Ma vogliamo una parte dei proventi dell’intelligenza artificiale».

OGGI INIZIANO dunque le negoziazioni con l’Amptp, l’organizzazione degli studios. Oltre all’IA, i salari e la sicurezza sul lavoro saranno sicuramente al centro delle trattative, soprattutto alla luce degli effetti corrosivi dell’inflazione. Un altro capitolo importante sarà rappresentato dalle pensioni e dai piani sanitari.
I sindacati delle maestranze hanno già evidenziato come non sia di loro interesse una proroga dei contratti in essere. Si tratterà dunque di trovare un accordo che accontenti i lavoratori oppure la via dello sciopero sarà inevitabile. Lo stop dell’anno scorso in questo senso rappresenta un precedente importante, ma anche un impedimento: i cinque mesi di sciopero degli sceneggiatori e i quattro mesi degli attori hanno infatti messo economicamente a dura prova i lavoratori dei set, dopo quanto già vissuto durante la pandemia.